Addio assegno di mantenimento: ora la legge è chiarissima | In questo caso lo perdi per sempre

La decisione dei Giudici (foto di Towfiqu barbhuiya da Pexels) - lagazzettadimassaecarrara.it
L’assegno di mantenimento è spesso l’unico mezzo di sostentamento per alcune persone. Ma secondo la legge, se ne perde il diritto in un caso specifico.
Quando si arriva all’altare – o al Comune, in caso di matrimonio civile – le aspettative sono alte. La speranza è di sposarsi, e di rimanere assieme per sempre.
Purtroppo non sempre ciò accade. I casi della vita possono portare a scelte e decisioni dolorose ma necessarie, come la separazione e il divorzio.
Scelte che non vengono mai fatte a cuor leggero, certo. È necessario un lungo processo di presa di coscienza prima. Se dopo innumerevoli tentativi però ci si rende conto che l’amore non basta più, o che è proprio del tutto finito, meglio dividere le proprie strade.
Il coniuge più debole in questi casi ha diritto all’assegno di mantenimento, argomento scottante e tanto dibattuto. Ma la legge può anche toglierlo improvvisamente, in un caso in particolare.
Assegno di mantenimento addio
La legge è molto chiara su come e perché deve essere riconosciuto l’assegno di mantenimento. L’articolo 156 del Codice Civile recita: “Il giudice, pronunziando la separazione, stabilisce a vantaggio del coniuge cui non sia addebitabile la separazione il diritto di ricevere dall’altro coniuge quanto e’ necessario al suo mantenimento,
qualora egli non abbia adeguati redditi propri. L’entità di tale somministrazione è determinata in relazione alle
circostanze e ai redditi dell’obbligato”.
Cosa significa? Che per poter beneficiare dell’assegno la separazione non deve essere addebitabile al coniuge richiedente, e che questi non abbia reddito sufficiente per sostentarsi. Precisiamo che l’addebito avviene quando vengono violati i doveri coniugali. Ma l’assegno di mantenimento può anche essere revocato, nel caso in cui avviene qualcosa di specifico.

Il caso in cui viene revocato
È stata una sentenza della Cassazione, la n. 5242/2024 del 28 febbraio 2024, a prendere tale decisione. Nel caso in oggetto, una donna chiedeva un incremento dell’assegno dopo un’eredità ricevuta dall’ex marito. La Cassazione di Venezia ha invece risposto che se è ammissibile il ricorso per quanto concerne l’assegno ai figli, non lo è per la donna. La spiegazione, che leggiamo su divorzista.org, è: “si avvaleva ancora di un orario lavorativo parziale con stipendio ridotto, pur avendo conseguito la laurea in scienze politiche e malgrado i tre figli fossero oramai divenuti maggiorenni”.
In pratica perde il diritto all’assegno di mantenimento il coniuge che pur potendo guadagnare di più incrementando le ore lavorative, rimane in regime di part-time senza motivo. Questo è quanto deciso dai Giudici.