Il 22 marzo si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Acqua e il quadro al riguardo è preoccupante anche a livello locale. E’ quanto fa rilevare il candidato sindaco del Partito Repubblicano, Guido Mussi, che cita alcuni dati emersi in questi giorni, in particolare quelli dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che ha preso in esame le tariffe per il servizio idrico integrato applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2022. Ebbene, in riferimento ad una famiglia tipo composta da 3 persone con un consumo annuo di 192 metri cubi, il rapporto evidenzia che ammonta a 770 euro la cifra spesa per la bolletta idrica da una famiglia toscana contro la media nazionale di 487 euro, con un aumento medio rispetto all’anno precedente del +5,5%. La nostra regione si conferma quindi quella con le tariffe più elevate e tutti i capoluoghi rientrano nella top ten delle città più care per l’acqua.
Inoltre Cittadinanzattiva rileva il fatto che, oltre che tra le regioni, si registrano forti differenze di spesa all'interno degli stessi territori: in Toscana, con un consumo di 192 mc l’anno, si va dai 541 euro di Lucca agli 854 di Grosseto e Siena, mentre Massa si attesta a 749 euro e Carrara a 626. Con un uso più consapevole e razionale di acqua, quantizzato in 150 mc invece di 192 mc l’anno, una famiglia toscana risparmierebbe 235 euro; in questo modo, una famiglia massese spenderebbe in un anno 536 euro con un risparmio di 213 euro (a Carrara la spesa sarebbe di 448 euro, pari a -178 euro).
Ancora più allarmanti i dati sulla dispersione idrica. Sempre secondo Cittadinanzattiva, emerge che a livello nazionale va dispersa il 42% dell'acqua immessa negli acquedotti. Massa ha il primato negativo regionale arrivando a disperdere quasi il 63% della risorsa idrica (Livorno, la più virtuosa, è al 13,5%), come pure l’intera provincia con il 55,8%; siamo quindi ben al di sopra delle medie regionali, rispettivamente pari al 41,8% e al 41,6%.
“L’acqua è un bene primario che è indispensabile per tutti gli esseri viventi e la terra – afferma Guido Mussi - . Un bene che sta scarseggiando con conseguenze catastrofiche per tutti noi. In questa ottica e nell’impegno mio e del Partito Repubblicano abbiamo sempre richiesto attenzione verso gli sprechi ovunque avvengano e oculatezza nella gestione dei beni soprattutto quelli di primaria importanza”.
“Dalla fotografia della situazione degli acquedotti italiani – prosegue il candidato sindaco del PRI - è emerso che Massa è la prima città in Toscana, e forse anche a livello nazionale, per perdite d’acqua dalla rete idrica. Cosa significa questo dato è chiaro a molti, e dovrebbe esserlo anche a chi ha gestito o sta gestendo il servizio idrico. Alla luce del fatto che il principio legislativo impone al gestore dell’acquedotto di contabilizzare in bolletta tutte le spese che sono necessarie per il ciclo idrico totale (ovvero captazione, potabilizzazione, rete acquedotto, rete fognaria bianca e nera e depurazione), il cittadino massese si trova quindi nella condizione di dover pagare tutta l’acqua che viene potabilizzata anche se non consumata. Le spese di gestione e di manutenzione vengono inserite nelle tariffe creando ovviamente uno spreco non solo economico, ma anche energetico ed ambientale. Tutto questo è possibile evitarlo: basta una gestione oculata, attenta con persone giuste al posto giusto. Donne e uomini che abbiano professionalità, capacità e amore verso la città ed i cittadini”.
Non solo. Secondo uno studio del sito Greenreport, ogni italiano beve in media 208 litri di acqua in bottiglia in un anno: siamo primi in Europa, dove la media è di 106 litri, e secondi al Mondo dopo il Messico (244 litri). “Siamo di fronte a un doppio spreco economico ed ambientale – sottolinea ancora il candidato sindaco repubblicano - . Massa ovviamente non è esclusa da questa triste graduatoria, ma anche in questo caso come si può criticare il cittadino che, non potendo bere l’acqua del rubinetto a causa del gusto non sempre gradevole, preferisce acquistare bottiglie di minerale? In questi anni – è la conclusione di Mussi - non mi sono interessato alla forma di gestione di Gaia Spa, ma bensì al servizio che offre ai cittadini portando diverse proposte alcune delle quali sono state raccolte e molte altre purtroppo no. E’ ora di cambiare rotta, servono persone giuste al posto giusto”.