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Scritto da Redazione
aldo grandi
15 Luglio 2022

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Occasioni mancate era il titolo di un libro scritto da Jo Di Benigno, giornalista a Roma durante gli anni terribili tra il 1943 e il 1944. Un diario segreto che si legge, a trovarlo, tutto d'un fiato e che restituisce l'atmosfera di un tempo che fu. Ecco, pensavamo proprio a queste due parole leggendo il libriccino scritto da Simone Caffaz nel quale racconta la storia della sua famiglia di origini ebraiche grazie al racconto della nonna Esterina, nata e cresciuta a Livorno e, poi, costretta a fuggire all'indomani del varo delle leggi razziali in Italia nel 1938. Una famiglia, quella di Caffaz, che ha portato sulla propria pelle i segni di una delle più disgraziate e scellerate decisioni mai assunte in questo paese e il tutto solo e soltanto per scimmiottare il nazismo e il suo dittatore che da ammiratore del duce era diventato, con gli anni, il suo padrone. La famiglia Caffaz è una famiglia numerosa di religione ebraica e se anche Simone Caffaz non sarà un praticante come i suoi avi, di sicuro percepirà sempre l'orgoglio di appartenere alla grande famiglia di Israele. La scatola di legno non è soltanto una testimonianza e nemmeno solo un contributo che va ad aggiungersi ai tanti sulla Shoah. E' un modo per conoscere una famiglia che ha rappresentato, per la città di Carrara, uno dei suoi punti di riferimento storici, con quel commercio portato avanti per cinquant'anni e ancora oggi, con l'amore per un luogo che aveva accolto i Caffaz quando, a Livorno, erano state sbattute in faccia le porte e anche le finestre di qualsiasi lavoro. Ecco perché, a nostro avviso, la candidatura di Caffaz era la più adatta ad una riscossa per una città, Carrara, che non riesce mai a proiettarsi verso il futuro se non restando inchiodata alle vestigia del passato.

Rammentiamo un episodio che ci è accaduto durante la campagna elettorale, quando, parlando con un rappresentante di una lista che sosteneva Caffaz almeno a parole e nelle intenzioni, al nostro esordio 'ma siete insieme a Caffaz giusto?' la risposta fu incredibile: 'Non c'entriamo niente con lui'. Dal tono, sprezzante, comprendemmo anche che non c'era, poi, tutta quella unità nella coalizione e che non sarebbe andata a finire bene come, infatti, poi, è andata. A destra, purtroppo, di imbecilli ce ne sono ancora troppi, anche più che a sinistra il che è tutto dire. 

Tralasciando di imbastire un processo su come sia stato possibile perdere quando i numeri sembravano poter far sperare di vincere - a Lucca è accaduto, ma Lucca è altra cosa, in tutti i sensi, rispetto a Carrara - resta l'amarezza perché se c'era un carrarino doc in grado di rilanciare non tanto l'economia che lì, a sentirli, sembrano buoni tutti, quanto una coscienza locale che senta e avverta il bisogno di rimboccarsi le maniche per uscire da un isolazionismo e da una mediocrità che risalgono alla notte dei tempi. 

Ebreo, antifascista, autore di libri sulla storia del popolo eletto, persona di spessore e abituata a farsi da sé come avviene da millenni nelle famiglie provenienti dalla Spagna e costrette a rifugiarsi a Livorno dove i Medici avevano realizzato una sorta di oasi di tranquillità e laboriosità, quale altra carta di identità avrebbe meritato di più la poltrona di sindaco di una città sfasciata o quasi? Caffaz ha sempre amato la sua terra e, forse, ha solo avuto il difetto di stare dalla parte sbagliata per antonomasia, perché sembra impossibile essere antifascisti, ebrei e, poi, anche di destra. Antifascisti sì, ma solo se verniciati di rosso, questo è il messaggio che la sinistra, dal 1945 ad oggi, ha cercato di far passare con rare, rarissime eccezioni.

Non conosciamo personalmente Serena Arrighi, candidata e sindaco espressione di non si sa bene cosa. A nostro modesto avviso qualcuno, nel centrodestra, ha sabotato. Ci sbaglieremo, ma continuiamo a pensarla così. Quanto al centrosinistra, fa pena e ha fatto bene, proprio questa mattina, Confcommercio di Rodolfo Pasquini, Bruno Ciuffi, Nadia Cavazzini e Sara Giovannini, a protestare domandandosi come sia possibile che non siano state assegnate deleghe specifiche a commercio e turismo in una fase così delicata come questa. Putroppo questa è la sinistra, fatevene una ragione. La classe operaia è andata in paradiso, pardon all'inferno da un pezzo, quella media non troverà nemmeno quello ad accoglierla.

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