Vorremmo, anche noi, intervenire sulla questione dell'idrovora sul Fosso Poveromo.
Esordisce, così, il nuovo comitato Nuovi Paesaggi Urbani che, in una nota di protest, così prosegue:
Nel nostro territorio operano professionisti la cui competenza viene non solo riconosciuta ma, con il tempo, è diventata fonte di reali informazioni e individuazione di soluzioni per quanto riguarda l'idraulica del nostro bacino e ci indispone che non vengano contattati ogni qualvolta si presuma di intervenire sul nostro territorio. Professionisti che sollecitati da noi cittadini, hanno inviato osservazioni, al Settore VAS, e che avrebbero dovuto, se lette, far attivare un luogo di confronto per evitare le tipiche azioni imperiose che Firenze ci ha abituato negli ultimi anni.
Con un decreto il Settore VIA-VAS della Regione Toscana ha deliberato di escludere dalla procedura di valutazione di impatto ambientale il progetto di "Ripristino idraulico minore dell'abitato di Ronchi- Poveromo I stralcio".
Le stesse associazioni che orbitano nel mondo ambientalista hanno provveduto a raccogliere dati da tecnici competenti, perché è così che si dovrebbe fare ogni qualvolta si alza la voce per contestare una presunta opera pubblica, al fine di segnalare la evidente mancanza di conoscenza del contesto in cui si vuole attuare l'intervento di posizionamento dell'idrovora.
La cosa che, però, resta un mistero o un tragico abbaglio è la posizione del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord nel pronunciarsi a favore di tale opera su una ipotesi di rischio idraulico.
Dalla Regione Toscana avremmo preteso una sorta di verifica di quanto quest'ora avrebbe realmente risolto problemi o, come noi abbiamo verificato, essere una inutile operazione di cui non si capiscono le finalità.
Il Settore VAS appare fideisticamente fiducioso di qualsiasi informazione sia stata comunicata da ente pubblico, anche dopo le contro osservazioni di molte entità civiche presenti, quasi a sottolineare che il fare sopralluoghi per sincerarsi se le Associazioni contrarie avrebbero preso un abbaglio o lo avessero preso gli enti pubblici preposti.
Le stesse carte del Rischio idraulico avrebbero chiarito l'errore di valutazione.
Fosso Poveromo e Canale Magliano appartengono allo stesso sistema di corsi d'acqua e la valutazione, ovviamente, non può ignorarlo, salvo agire, con ipotesi di grave negligenza, con la sottovalutazione della conseguente necessaria azione finanziaria del Comune di Massa, a copertura di costi così maldestramente imposti quali conseguenze di questo investimento considerato inadeguato ed abnorme.
Le stesse tombature di parte di quei corsi d'acqua non permetterà alle acque di defluire correttamente e permettere a tale idrovora di lavorare come si pretenderebbe di affermare.
Opera, dunque, inutile e, dato il costo, ennesimo supponibile spreco di denaro pubblico; quello stesso denaro pubblico perennemente mancante, almeno nelle narrazioni degli enti quando c'è da migliorare un qualche servizio sanitario, sociale, ambientale, scolastico o attinente i trasporti.
Altro tema, da noi già sollevato sulle sponde del Fiume Frigido è la cementificazione delle sponde così come progettato nel tratto del Fosso Poveromo. Ennesima opera di resa delle sponde non più naturali ma strutturate in modo che il Fosso non renda o accolga le acque a lui afferenti.
La percezione di poca considerazione del resto dei territori toscani, quanti questi siano più distanti dalla Capitale, non rende l'immagine della Regione Toscana quale ente affidabile e scrupoloso.
E questo è una ipoteca serissima su come ci si dovrebbe comportare in un confronto adatto a creare le condizioni di collaborazione tra forze politiche, Partiti, Associazioni, Comitati, teoricamente in rapporto dialettico.
I Comitati, come il nostro, pretenderebbero una approccio più dialogante con le realtà locali. Difficile rendersi accattivanti, nel tempo, con atti di imperio di questo tipo.