100 prenotazioni per le visite guidate, 150 presenze alla performance di scultura sotto le stelle dello studio Monfroni, record di partecipanti al gran galà dell’arte dell’Atelier Carrara. Sono i dati incoraggianti dell’ultima edizione di Studi Aperti, che ha portato nella capitale del marmo tanti curiosi, attratti da quella rete di laboratori e spazi espositivi spesso sconosciuti anche ai carraresi. La versione smart della due giorni culturale, con mappe digitali e passeggiate di gruppo, si è rivelata vincente: una formula che ha reso l’evento un’occasione di socialità, senza togliere il gusto del giro in solitaria agli habitué della manifestazione. "È stato un successo – dice Juan Carlos Allende, presidente dell’associazione “Oltre” –. Gli artisti che hanno aderito sono entusiasti, diversi di loro mi hanno già proposto idee per il prossimo anno e cominceremo a lavorarci da subito. Molti visitatori – prosegue – sono arrivati da fuori, nel mio studio ho ricevuto persone di Parma, Genova, Ancona, Bologna. È stata un’esperienza bellissima, ancora più coinvolgente delle precedenti. Oggi non è facile credere nell’attività creativa e questa per noi è una grande iniezione di fiducia”.
Buon riscontro per il progetto Alda (acronimo di acqua libera delle Apuane), pensato per lanciare un messaggio di eco-sostenibilità: in tanti hanno dato un contributo per la fiaschetta in alluminio da usare lungo l’itinerario, che quest’anno per la prima volta incrociava le fontane storiche della città. La kermesse, organizzata da Aps “Oltre” e Carrara Città Creativa dell’Unesco, ha potuto contare sulla partnership con Accademia di Belle Arti e Mudac e sul patrocinio del Comune. In tour tra le botteghe anche l’assessore alla Cultura, Gea Dazzi: "Il fine settimana di Studi Aperti – commenta – ha animato culturalmente il centro, veicolando in modo interattivo e partecipato quell’operosità artigianale e quella creatività artistica che rendono unico il nostro territorio. L’auspicio è di poter avere in futuro sempre più studi in città e di vederli aperti in più occasioni". Anche l’inconveniente dei bar rimasti chiusi nel primo pomeriggio, in concomitanza con l’evento, sembra superabile: “Stiamo ragionando – spiega Allende – su un coinvolgimento diretto dei locali, che potrebbero ospitare opere degli artisti per diventare a pieno titolo una tappa del percorso. Sarebbe un modo – conclude – per rafforzare quell’idea di happening diffuso che è il senso di Studi Aperti".