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Scritto da Redazione
interSVISTA
05 Gennaio 2021

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Cosentino buon anno innanzitutto. Il suo progetto di un servizio gratuito di consulenza psicologica in aiuto a imprenditori e commercianti in difficoltà in tempi di Covid-19, sta avendo un meritato e importante riscontro quantitativo e qualitativo.

Devo dire che, purtroppo, sta avendo un notevole riscontro e questo, ovviamente, non è un buon segno, ma è stato messo in campo proprio perché c'era la forte sensazione che ce ne fosse assoluta necessità. 

Come le è venuta in mente l'idea?

Durante il primo lockdown, tra colleghi, sono arrivate telefonate di richiesta di informazioni, di precisazioni, una continua richiesta di aggiornamenti perché le notizie non arrivano o arrivano frammentate, eterogenee. Quindi, si è creato un legame ancora più saldo di quanto non fosse già prima. Non solo informazioni, però, ma anche una ricerca di un sostegno, di una condivisione, anche di un abbraccio virtuale da parte di chi, in quel momento, stava vivendo la medesima situazione. Siccome queste telefonate erano sempre di più e sempre più frequenti e con il passare dei giorni anche sempre più drammatiche e non era raro che terminassero anche con un pianto, ecco che ho sentito l'esigenza di imbastire un progetto che potesse dare a tutti noi il sostegno di cui avevo capito ci fosse bisogno.

Una volta avuta l'idea come ha proceduto?

Io ho una mia pagina sociale e lì ho raccontato della mia idea condividendo il post con varie persone fra cui colleghi e anche esponenti della politica di vario livello, sia locale, sia regionale sia nazionale. Lo stesso contenuto del post l'ho poi inviato via mail agli indirizzi istituzionali che ho reperito on line cercando una strada istituzionale per dare sfogo a questo programma che avevo in testa. Devo dire che ho ricevuto molti riscontri positivi, molti messaggi di solidarietà. Diciamo tante pacche sulle spalle, ma, alla fine, l'unico soggetto che ha deciso di sposare l'idea e di aiutarmi a realizzarlo è stata la Confcommercio di Lucca e Massa Carrara. Trovo molto bello che sia stata proprio Confcommercio perché questo progetto è abbastanza settoriale. Io partivo dall'idea che l'imprenditoria doveva essere sostenuta non solo economicamente, ma anche psicologicamente. Quindi, c'era bisogno di ridare all'individuo il ruolo di persona e capire che l'imprenditore è una persona che fa l'imprenditore e non che è un imprenditore. Bisogna dissociare il ruolo della persona che ha le sue fragilità, le sue paure, le sue emozioni, da quello dell'imprenditore. Molti di noi, quando si sono visti chiudere l'azienda, si sono approcciati a questo provvedimento accusando, quasi, una chiusura di se stessi.

Sa che lei è uno dei pochi, per non dire il solo, che ha compreso e cercato di restituire una importanza alla persona in quanto tale senza fermarsi alla superficie delle cose e ai cosiddetti codici Ateco?

Vede, io dico sempre che conosco tante persone che non hanno aziende, ma non conosco nessuna azienda senza persone. Se non si investe oggi sul sostegno a queste persone e sulla loro autostima e sulle loro paure, arriveremo al punto in cui, magari si potrà ripartire, ma non avremo più persone in grado di farlo.

La bontà del suo progetto è evidente. Tuttavia, a causa di una polemica a nostro avviso sterile e senza fondamento,  questa bontà è quasi passata in secondo piano. Ci vuol spiegare cosa è accaduto realmente?

Non entro nel merito delle polemiche perché, ovviamente, è importante rispettare l'opinione di tutti. I fatti sono andati in maniera molto semplice. Si è formato un gruppo di lavoro molto carico di entusiasmo che vedeva, di giorno in giorno, crescere la possibilità di portare a conclusione questa iniziativa. Eravamo veramente concentrati su questo e alla fine del lavoro, abbiamo pensato che aggiungere una immagine potesse rendere più facile il veicolare dei contenuti specialmente sui social. Forse l'errore è stato questo, di non aver dato a quell'immagine la stessa attenzione che abbiamo dato all'intero progetto.

Di che immagine si tratta?

E' una immagine che descrive una famiglia-tipo con un padre, una madre e un figlio. Ciò che ha scatenato la polemica è stato descrivere questa famiglia proprio come la famiglia-tipo, ovvero un padre imprenditore, una donna moglie e madre e un figlio maschio.

Scusi Cosentino, ma dove sta la 'bestemmia'?

Non ci sono bestemmie. Il fatto è che questo è un tipo di famiglia e non la famiglia-tipo. 

E allora?

Allora l'immagine ufficiale del progetto è, adesso, certamente più rispettosa di tutti i modelli di famiglia.

Cosentino non faccia il prete. Ci spiega che cosa c'è di male in una famiglia dove il padre lavora e la mamma accudisce i figli che, ci perdoni, è, probabilmente, uno dei compiti più ardui e delicati visto che i figli sono l'eredità che ciascuno di noi lascia al mondo?

Non è questione di fare il prete. Non usciamo fuori dal tema. Il tema è e rimane il progetto che ha come focus la persona, sia essa donna, uomo, figlia o figlio. Questo è l'unico tema che mi interessa. Per il resto, come le ho già detto, sono felice che questo progetto sia potuto partire e sono anche grato a Confcommercio che mi ha permesso di attuarlo così come ringrazio tutti quelli che ci hanno criticato perché ci hanno consentito di mettere l'attenzione laddove avremmo dovuto metterla da soli e non l'abbiamo fatto. Mi sento solo di fare una piccola osservazione. Ci è stato detto che è stata una grave mancanza di rispetto. Ci siamo scusati ed abbiamo immediatamente rimediato. Non sempre, però, questa denuncia ci è arrivata con lo stesso rispetto che ci veniva rimproverato di non aver usato.

Parecchie donne hanno, al contrario, apprezzato l'iniziativa e non hanno trovato alcunché di offensivo o strano, nell'immagine originaria. Anzi. L'hanno assolutamente presa per quello che, voi stessi, nel farla, avete pensato, senza alcuna provocazione, mancanza di rispetto o intolleranza verso chicchessia. Hanno, cioè, visto il progetto prima di tutto. L'aiuto, cioè, a chi stava attraversando un momento difficile. Ci spiega, allora, perché le associazioni femministe hanno trovato offensiva questa immagine senza nemmeno provare a capire cosa ci fosse dietro?

E' vero che molte donne si sono dissociate dalla polemica e hanno manifestato solidarietà al progetto. E questo, ovviamente, ci ha fatto piacere. Ma ciò non toglie che sia anche giusto rispettare la sensibilità di tutti cercando di utilizzare linguaggi e immagini che possono tenere conto di ogni opinione. 

A noi le scuse di Confcommercio non ci sono piaciute, semplicemente perché non abbiamo capito che cosa ci fosse da scusarsi. Ci sembra, piuttosto, che si sia preferito mettere un coperchio su una pentola in ebollizione piuttosto che difendere una scelta che non aveva alcunché di provocatorio ed offensivo.

Su questo non sono d'accordo. Condivido, invece, l'atteggiamento di Confcommercio che, seppur avendo agito in perfetta buona fede, ha saputo far tesoro di suggerimenti e critiche, alle volte anche aspre, cambiando quell'immagine e riuscendo, così, a riportare l'attenzione su una iniziativa che è e deve essere il più possibile trasversale.

Possibile che lei non si sia nemmeno un po' arrabbiato di fronte ad accuse di sessimo alle quali lei è, da sempre, estraneo?

Non mi sono arrabbiato assolutamente, mi sono molto dispiaciuto. Tanto è vero che ho contattato personalmente molte persone che ci criticavano spiegando loro l'accaduto e lasciandogli gli strumenti per decidere, in autonomia, se continuare ad attaccarci o unirsi a noi aiutandoci a far crescere l'iniziativa. Molte persone hanno scelto la seconda strada.

Non crede che ci sia stato anche una sorta di attacco strumentale nei confronti del progetto perché portato avanti da Confcommercio?

Non sono abbastanza dentro queste dinamiche per poter dare una risposta.

Cosentino allora lei davvero vuole fare il prete a tutti i costi?

Ma no. E' la verità. Per dare una risposta a una domanda che ipotizza attacchi strumentali alla Confcommercio occorre conoscere dinamiche di cui io sono all'oscuro e, quindi, non saprei dare una risposta. Spero, comunque, proprio di no.

Per noi va bene così.

Vorrei aggiungere una cosa.

Prego...

Proprio in queste settimane il consigliere comunale Cristina Petretti ha creato un coordinamento tra i vari soggetti del territorio che operano proprio in questo ambito del sostegno psicologico alle persone. Per fortuna Lucca è una città che si è sempre distinta per la capacità di riconoscere le necessità e i bisogni delle persone e molti sono i soggetti che, a vario titolo, hanno messo in campo diverse iniziative. Ecco così che è nato questo coordinamento con il compito di gestire non solo la comunicazione e la promozione delle stesse, ma anche di raccogliere i dati che dai servizi erogati emergeranno e che potranno darci una reale fotografia di ciò che è l'importanza di questo aspetto.

Ci viene in mente, a questo punto, un'ultima domanda alla quale le chiediamo di rispondere con un sì o con un no. Secondo lei, sinceramente, la prima immagine del progetto era sessista?

Non è possibile rispondere con un sì o con un no semplicemente.

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