Un cittadino si lamenta del suono mattutino e serale delle campane ed il parroco sposta i rintocchi.
Succede a Fivizzano dove Don Bernardo Marovelli durante l'omelia di sabato scorso, ha comunicato che l’orario verrà modificato ed adeguato ai parametri previsti dai regolamenti della diocesi di Massa-Carrara e Pontemoli.
Tutto è nato dalla protesta che un cittadino ha indirizzato direttamente al Vescovo, lamentando il fastidio arrecato dal suono delle campane. Noncurante, però, del fastidio inverso che questa stessa protesta avrebbe generato nei fivizzanesi.
Dal campanile della chiesa prepositurale di piazza Medicea, i rintocchi hanno scandito nel tempo la vita dell’intera comunità, segnando il suo ritmo biologico e rappresentandone il patrimonio culturale. E questa stessa comunità, nella sua versione contemporanea, non ci sta a farsi dettare regole da chi, arrivando dalla city per la villeggiatura o per godere del maggior silenzio che questa terra regala, pretende addirittura di annullarne il suonar delle campane.
Il primo cittadino, Gianluigi Giannetti, non ha esitato a fare squadra con la sua gente contro una richiesta ritenuta pretestuosa, anche perché il regolamento sposterebbe i rintocchi di soli 15 minuti dalle 6.45 alle 7.00 del mattino e dalle 22.30 alle 22 della sera.
“Pur comprendendo l’esistenza di regole e norme emesse dalla diocesi – dichiara il sindaco – ritengo inaccettabile che un solo cittadino, per altro non residente, possa decidere la vita di un’intera comunità”.
Giannetti puntualizza la forte vocazione turistica del comune di Fivizzano, ma ciò non deve e non può significare rinunciare alla propria cultura: “Trovo inopportuno pretendere di arrivare in un luogo e decidere di cambiare la cultura, le tradizioni e le usanze di quello stesso posto”.
Pertanto, il sindaco in questi giorni scriverà al vescovo Fra Mario per chiedere di rivedere il regolamento.
“Fivizzano è città libera, aperta a tutti, disposta a trovare le giuste soluzioni per coniugare la vita dei residenti con quella dei tanti turisti italiani e stranieri e dei tanti lavoratori che risiedo qui per determinati periodi. Ma – conclude il sindaco - il messaggio forte e chiaro che lancio è che nessuno può permettersi di cambiare le nostre usanze e le nostre tradizione”.