Buongiorno a tutti e benvenuti a tutti voi presenti e a tutte le autorità che sono qui oggi:
Rendere il giusto omaggio ai caduti, ricordare e raccontare alle nuove generazioni. Sono molti i motivi per cui il 16 settembre sarà sempre per le genti di Bergiola e di tutta Carrara una giornata di lutto e di profonda riflessione. Nonostante siano passati 79 anni quella di Bergiola è una ferita aperta, una ferita che non si rimarginerà mai. Da cittadina di Carrara, prima ancora che da sindaca, leggere o ascoltare il resoconto di quanto accaduto qui è qualcosa di sconvolgente tanto più se pensiamo che si tratta di qualcosa che, purtroppo, accomuna tanti altri paesi di tutto il nostro territorio. Dai nostri monti e dalle nostre colline passava la linea gotica e qui gli orrori della guerra toccarono degli abissi senza fondo. Le 72 vittime dell'eccidio di Bergiola Foscalina, 72 tra bambini, adolescenti e donne a cui fu strappata la vita dalla furia cieca dei nazifascisti sono dei martiri che non possono e non potranno mai essere dimenticati e verso i quali, con il passare degli anni e la scomparsa dei testimoni di quegli anni atroci, tutti noi abbiamo un debito sempre aperto: quello di coltivarne la memoria e trasmetterne il ricordo, trasmettere quanto ci hanno raccontato i nostri padri e i nostri nonni alle nuove generazioni perché certe cose non si debbano più ripetere.
Parlare di quanto è accaduto a Bergiola Foscalina non è facile perché significa parlare di una crudeltà senza fine e di vittime innocenti, significa però parlare anche di sacrificio e di tanto coraggio. Sacrificio e coraggio che sono impersonificati nella figura del maresciallo maggiore della guardia di finanza Vincenzo Giudice.
«Sottufficiale della Guardia di Finanza, avvertito che la rappresaglia tedesca si apprestava a mietere vittime innocenti fra la popolazione civile, si presentava al comandante la formazione SS operante offrendo la propria vita pur che fossero salvi gli ostaggi tra i quali la moglie e i figli. Di fronte all'obiezione essere egli un militare, si liberava prontamente della giubba ed offriva il petto alla vendetta nemica. Crivellato dì colpi, precedeva i civili sull'altare del martirio»
Questa è la motivazione della medaglia d'oro al valor militare che gli è stata conferita alla memoria, poche righe che fanno venire i brividi per quanto raccontino tanto dell'assurda crudeltà di quei mesi di guerra, quanto dello spessore e del coraggio di Vincenzo Giudice, come uomo e come militare. Vincenzo Giudice era originario di Eboli, è morto sui monti di Carrara e oggi è giustamente ricordato in tutta Italia, a lui sono intitolate piazze, scuole, caserme della guardia di finanza e monumenti, un riconoscimento all'indiscusso valore di quello che possiamo definire senza timore di finire nella retorica un autentico eroe nazionale. E' anche per tramandare il ricordo di Vincenzo Giudice, di sua moglie e dei suoi bambini e di tutte le altre 68 vittime dell'eccidio di Bergiola che da tempo il Comune di Carrara è impegnato, assieme alla Regione Toscana e alla Guardia di finanza in un importante progetto di recupero della ex scuola elementare di Bergiola che porta il nome proprio di Vincenzo Giudice. Qui sorgerà un luogo della memoria, un luogo di condivisione e di confronto, un luogo dove raccontare ai bambini e ai ragazzi di oggi e domani che la guerra fa schifo e che porta solo dolore, sangue e violenza.