Serebbe tutto pronto, e finalmente, dopo decenni di attesa, la vastissima zona Sin-Sir a cavallo tra Massa e Carrara andrà incontro ad un processo di riqualificazione che gioverà sia alla salute dei residente che all’economia della zona.
Belle parole, nessun dubbio, ma il coordinamento dei comitati e delle associazioni per la depurazione, le bonifiche e la ripubblicizzazione dei servizi del servizio idrico (CCA dbr) vuole vederci chiaro, e chiede alle istituzioni nazionali i dati che mettano in evidenza le tempistiche ipotizzate e i finanziamenti che sono stati stanziati per i lavori di recupero della zona.
Per dare risonanza alla cosa, il CCA ha deciso di esprimere la propria necessità di risposte con un comunicato ufficiale: la voglia di credere in questo progetto c’è, ma nello stesso tempo le autorità devono chiarire alcune questioni irrisolte, sintetizzate dal coordinamento in quattro punti principali.
“È proprio perché vogliamo credere che dalle parole si passi ai fatti che formuliamo, e lo faremo anche via pec agli interlocutori istituzionali, nuovamente alle istituzioni competenti (ministero Mase, regione Toscana, comuni di Carrara e Massa) di comunicarci con trasparenza e chiarezza: la data di avvio delle bonifiche e la loro tempistica; qual è l’entità reale delle risorse per le bonifiche della falda e quelle per i terreni dell’intero Sin-Sir; per quale motivo la viceministra Vannia Gava, che pure ha fornito rassicurazioni in merito all’intenzione di finanziare nuovamente il risanamento ambientale di Massa-Carrara da parte del governo, non ha ancora provveduto a convocare un tavolo su queste bonifiche, nonostante ciò le fosse stato richiesto espressamente dal ministro dell’ambiente Gilberto Picchetto Fratin?; che, oltre a rifinanziare interamente i 21 milioni 271 mila e 386,36 euro già previsti dall’accordo di programma del 2018 per le bonifiche del Sin-Sir di Massa-Carrara, il governo si impegni a stanziare ulteriori 7 milioni 682 mila e 896 euro necessari a rimuovere le migliaia di tonnellate di fanghi contaminati da cromo esavalente (altamente cancerogeno) rimasti nell’area Sin ex Ferroleghe di Carrara, all’origine della pesante contaminazione riscontrata nella falda dell’abitato posto a valle del sito in questione".