Una nuova casa per la statua di San Francesco, patrono nazionale e cittadino. Con una nota ufficiale, il sindaco massese Francesco Persiani ha certificato lo spostamento permanente dell’effigie religiosa, ricollocata in un’area verde in pieno centro città.
Grande soddisfazione da parte di Persiani, che sottolinea anche l’approvazione del vescovo Mario Vaccari, con cui si è discusso di una possibile riqualificazione della statua a fini religiosi e turistici.
Per il momento, il sindaco ha parlato solo dell’inserimento di un roseto senza spine, a memoria di una delle storie più famose del santo d’Assisi, ma non è detto che non possano esserci nuove direttive per una rivalutazione più ampia, sempre coadiuvata dalle sfere clericali locali.
“Nei giorni scorsi la statua di San Francesco, santo patrono d’Italia e di Massa – spiega il sindaco Persiani – è stata posizionata dall’amministrazione comunale in un nuovo spazio verde del centro città, al fine di renderla così ben visibile a tutti i cittadini, rispetto al luogo in cui si trovava. L’opera, del famoso scultore Riccardo Rossi, è sempre stata venerata e rispettata dai massesi sia per il valore spirituale sia per ciò che rappresenta per la città: motivo per cui si è voluto rendere omaggio con un’iniziativa che non si limita alla ricollocazione, ma rientrasse in un più ampio progetto. San Francesco, così ricollocato, vuole accogliere e proteggere i cittadini della città. Abbiamo condiviso l’iter e la scelta della nuova collocazione con il vescovo di Massa Carrara-Pontremoli, Fra Mario Vaccari, che ha molto apprezzato la volontà dell’amministrazione comunale di voler dare maggiore risalto alla statua. Anzi, grazie proprio ad un suggerimento del Vescovo, la statua sarà arricchita da un roseto senza spine, in ricordo di quello che da secoli continua a fiorire nel cortile adiacente la Porziuncola, all’interno della chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Si narra infatti che il poverello di Assisi si rotolò tra i rovi di un roseto per sfuggire alla tentazione del diavolo, ma i rovi, per non ferire il santo, si trasformarono in rose senza spine, dando origine alla Rosa Canina Assisiensis. La realizzazione del roseto sarà accompagnata dall’apposizione di una targa esplicativa. Ringrazio sentitamente il Vescovo per l’interesse dimostrato ed averci sostenuto in questo percorso”.