“La sanità oggi è meno democratica, l’aziendalizzazione ha messo in crisi il sistema e la sua vocazione sociale”. La denuncia arriva da Rigoletta Vincenti, medico e consigliere comunale del gruppo progressista. La pneumologa, candidata al Senato nel collegio uninominale Toscana Nord per l’Unione popolare, lancia un appello ai vertici della Regione: «Serve un’inversione di rotta – avverte Vincenti – con investimenti sui presidi territoriali. Siamo sempre meno efficaci sul fronte della prevenzione e della cura delle malattie croniche, la pandemia ha aumentato le criticità con ritardi negli screening e nei controlli. Stiamo assistendo a una deriva verso la privatizzazione, che va fermata, se vogliamo che il diritto alla salute sia garantito a tutti».
Vincenti, che ha diretto il reparto di Pneumologia degli ospedali di Livorno e Massa durante l’emergenza Covid, annuncia l’intenzione di confrontarsi con l’assessore regionale alla Sanità: «Chiederò un incontro all’assessore Bezzini – spiega – per mettere sul tavolo le priorità. La nostra società ha subìto cambiamenti importanti, crescono le famiglie monocomponenti e chi si trova in condizioni di fragilità per età o per patologia non sempre può contare sull’assistenza dei propri cari. Per far fronte a queste sfide – prosegue – occorrono risorse, da impiegare nel potenziamento delle strutture per le cure intermedie con l’obiettivo di ridurre il carico sugli ospedali. Dobbiamo assicurare una spesa pubblica in linea con la media europea, che corrisponde al 7,3% del Pil. È indispensabile aumentare i posti letto e incrementare in modo stabile il personale sanitario, bisogna ricostruire la rete dei medici di base raddoppiando le formazioni annue». Un piano per il quale Vincenti chiede sostegno traversale: «Se vogliamo guardare al futuro – dice – dobbiamo sviluppare forme di tutela degli anziani non autosufficienti e garantire sostegno adeguato per tutte le forme di disabilità. Ci vuole un impegno economico maggiore sull’assistenza domiciliare, sulle terapie abilitative e riabilitative. Temi delicati come questi non possono essere oggetto di divisioni politiche. L’esigenza di una risposta sanitaria equa – conclude – è una battaglia da affrontare uniti».