Come molto spesso accade l'Italia subisce facilmente il fascino di modi e usi d'oltreconfine, è il caso del più recente Halloween che dagli Stati Uniti ha contagiato il Belpaese quasi a discapito di una festa simile propria nel DNA della nazione, il Carnevale. Questa festa ha infatti origini antichissime radicate nel patrimonio culturale degli antichi romani. L'Italia è famosa per i suoi tanti Carnevali, in particolare quelli di Venezia, Cento, Ivrea, Acireale, Fano e Viareggio. L'indotto derivato dal turismo generato dai maggiori eventi a carattere carnevalesco in Italia genera miliardi e non risulta del tutto peregrino domandarsi se l'adozione di Halloween non possa risultare quasi un'arma a doppio taglio per il calo di interesse da parte dei più giovani per “le feste dei fantasmi e soprattutto delle maschere” di casa nostra. Il senso del Carnevale va ricercato in quello dei saturnalia romani che in qualche maniera stravolgevano l'ordine della comunità e attraverso un caos programmato ristabiliva l'ordine all'interno della società. Già in epoca romana la maschera e il travestimento durante queste feste aveva un ruolo fondamentale che serviva a impersonare ruoli diversi (il censore diventava locandiere mentre il senatore diventava schiavo e viceversa) e a mascherare l'identità in un periodo dell'anno in cui i freni inibitori venivano quasi del tutto rilasciati. Il ruolo della maschera è rimasto intatto anche nel corso del Medioevo e del passaggio da paganesimo a cristianesimo.
Oltre a mettere tutti sullo stesso piano, la maschera andava dunque a proteggere l'identità dei cittadini che in questi periodi si concedevano, alla luce del giorno, ad attività normalmente considerate tabù e riservate alle antiche baratterie (gli antenati medievali dei casinò) come ad esempio il biribissi, il gioco dell’oca e il faraone (all’epoca non c’era ancora il poker e le slot machine, oggi sempre più simili ai moderni videogame, dovevano essere ancora inventate). Paragonando in qualche maniera queste maschere ai tempi moderni vengono quasi in menti i profili fake usati per l’appunto per mascherare l’identità dei navigatori digitali nell’era di internet o i VPN che consentono ad esempio di viaggiare nel web senza paura di dover svelare la propria identità. Al di là del significato simbolico della maschera a Viareggio il Carnevale si è formato come fenomeno fondante dell'intera realtà cittadina nella seconda metà dell'Ottocento. Fu infatti proprio in questo periodo che iniziò a svilupparsi la routine carnevalesca viareggina che dai tavoli del Caffè del Casinò ogni martedì grasso faceva partire una sfilata di carri che nel corso degli anni e specialmente verso fine secolo diventarono sempre più imponenti. Grazie all'introduzione della cartapesta dal 1925 i carri raggiungono dimensioni colossali e nel corso degli anni '30 questa kermesse entra nei radar dell'interesse internazionale. In questo periodo avvengono alcuni importanti accadimenti essenziali per la definizione delle caratteristiche del Carnevale di Viareggio come la creazione del Burlamacco assurto a blasone simbolico dell'evento o come l'inno musicale ufficiale, la Coppa di Champagne, scritta da Lelio Maffei con musica di Icilio Sadun.
Dal 1954 la Rai segue l'evento a livello televisivo e circa 600.000 spettatori ogni anno visitano la città costiera della Toscana per assistere alle magnifiche e colorate sfilate allestite dal Comune in collaborazione con diverse entità cittadine. Nel corso del Carnevale i viareggini si concedono interi weekend di festa che coinvolgono i rioni cittadini che si animano con cene in strada e feste notturne degne degli inni alla vita di Rio o New Orleans. Dal 2001 la città accoglie anche la Cittadella del Carnevale, il più grande parco tematico d'Europa dedicato al Carnevale con oltre 16 hangar progettati da Francesco Tomassi sulla piazza intitolata a Burlamacco. La routine del Carnevale prevede anche dal 1949 la manifestazione di un campionato giovanile di calcio, per l'appunto il Torneo di Viareggio, già noto come Coppa Carnevale che riunisce le squadre under 21 più forti a livello nazionale e anche alcuni club internazionali ospitati regolarmente che hanno anche vinto alcune edizioni degli anni passati come il Partizan, il Dukla Praga e l'Anderlecht.