I rumori del porto di Carrara: i residenti denunciano il disturbo notturno in Procura

vista aerea del porto - fonte_Freeepik.com -Lagazzattadimassacarrara.it

Lavori portuali al via 24 ore su 24 a Marina di Carrara: scarico, generatori e camion disturbano il sonno e la salute degli abitanti.

Il porto di Marina di Carrara è al centro di una protesta durissima da parte dei residenti della zona che affacciano sulla banchina Buscaiol. Da tempo denunciano rumori notturni insopportabili e una situazione che, a loro dire, non lascia tregua nemmeno con le finestre chiuse. Le segnalazioni formali hanno portato alla presentazione di una denuncia penale alla Procura per disturbo della quiete pubblica e superamento dei limiti acustici.

Cosa lamentano i cittadini

I residenti raccontano che il rumore non è solo passeggero: scarico e carico dei container, muletti, generatori di terra e l’attracco delle navi con motori accesi creano un mix continuo di vibrazioni e suoni forti anche di notte. Inoltre, l’attività non si limita ai giorni feriali, ma talvolta invade anche i fine settimana, senza interventi che possano contenere l’impatto.

Oltre al rumore, denunciano anche la presenza costante di polveri sottili e “grasse”, prodotte dalle lavorazioni e dal traffico portuale. L’inquinamento atmosferico si aggiunge a quello acustico, con conseguenze per la salute psicofisica di chi abita negli edifici prospicienti il porto.

Le richieste e le possibili soluzioni

I cittadini chiedono interventi immediati da parte dell’azienda portuale, dell’amministrazione locale e delle autorità competenti: regolamentare gli orari di lavoro notturno, installare barriere acustiche, meglio isolare i generatori, evitare che le navi restino con i motori accesi a lungo.

La denuncia depositata in Procura rappresenta un passo concreto. Ora si attende che l’autorità giudiziaria valuti se vi siano responsabilità per il superamento dei limiti acustici e ambientali, e se siano necessarie ordinanze che impongano correttivi urgenti. Intanto, per i residenti, il «diritto al riposo» resta una priorità da difendere.

Il caso del porto di Carrara è la faccia visibile di un conflitto tra bisogno economico-portuale e diritti civili. Se non intervengono subito mitigazioni efficaci, il disagio rischia di diventare una questione di salute collettiva.