A fare ricorso contro l’amministrazione carrarese guidata da Serena Arrighi sono stati, fra gli altri anche stretti famigliari di membri della sua giunta. A mettere in luce la situazione è stato il consigliere dell’opposizione Simone Caffaz che ha sollevato anche alcuni dubbi: “Abbiamo sostenuto, sin dal suo insediamento, che la giunta guidata da Serena Arrighi era molto border-line in tema di conflitti d'interesse – ha spiegato Caffaz - ma, essendo garantisti e non volendo fare il processo alle intenzioni, ci siamo riservati di evidenziarli strada facendo e quando si fossero manifestati. Sulla vicenda dei 20 nuovi ricorsi su concessioni perpetue e canoni, il sindaco di Carrara e assessore al marmo Serena Arrighi ha affermato: "Trovo che non sia il giusto modo di agire da parte degli industriali perchè credo che questo clima conflittuale non faccia bene a nessuno … non è possibile che il rapporto sia sempre regolato nelle aule dei tribunali". Peccato che una parte rilevante di questi ricorsi sia stata firmata da due professionisti riconducibili, più o meno direttamente, alla sua amministrazione: tra i firmatari spiccano Antonio Lattanzi, fratello di Mario, assessore al bilancio della giunta Arrighi e Ferdinando Genovesi, padre di Sirio, consigliere comunale e presidente della commissione statuto e regolamenti. Di quest'ultimo in particolare, risultano una notevole quantità di ricorsi e azioni giudiziarie contro il comune, basta andare nel sito del Tar e digitare il suo nome per rendersene conto. Giusto per usare un termine giuridico, quella di attivare azioni giudiziarie contro il comune è quindi una prassi consolidata. Ribadiamo che noi siamo garantisti e riteniamo che tutti agiscano in buona fede fino a prova contraria e pensiamo anche che le colpe dei padri e dei fratelli (ammesso che siano colpe) non debbano ricadere sui figli o sui fratelli. Tuttavia la circostanza stride: intentare una causa dinnanzi al Tar a nome di taluni industriali del marmo contro decisioni prese, più o meno direttamente, anche dal proprio fratello come assessore del comune di Carrara è quantomeno singolare. Almeno quanto farlo, sempre a nome di taluni industriali, nei confronti di una decisione presa dal proprio figlio, a maggior ragione quando quest'ultimo è presidente di una commissione chiamata a predisporre regolamenti e normative comunali. Non siamo poliziotti e non sta a noi andare oltre, ma risulta che i due professionisti siano affini ai due politici, non solo come grado di parentela ma, lavorando negli stessi locali e avendoli notoriamente sostenuti alle ultime elezioni, in modo più sostanziale. Ripeto il concetto: non stiamo, qua, parlando della legittimità di atti e comportamenti, non sta a noi farlo. Qui stiamo parlando di opportunità politica ed etica. Quanto è credibile un sindaco, quando protesta contro azioni di carattere giudiziario intraprese da professionisti che sono, in un caso, fratello dell'assessore "forte" della sua giunta e, nell'altro caso, il padre del presidente della commissione che dovrebbe occuparsi delle questioni giuridiche del comune e di predisporre le norme regolamentari? E sia chiaro, situazioni di questo tipo, anche se forse non sempre così clamorose, le stiamo contestando alla sindaca sin dalla seduta di insediamento di consiglio comunale e giunta, per cui risultano essere un'abitudine nella sua amministrazione. Specialmente nel settore lapideo, in cui il sindaco Arrighi è avvezzo a fare prediche e morali. Domande: tutto ciò è normale? E' eticamente e politicamente accettabile? Con quale doppiezza il sindaco si lamenta di queste cause intentate dagli industriali per conto di professionisti a lei legati?