Carrara: proclamato lutto cittadino il giorno dei funerali di Paolo Lambruschi che ha perso la vita nella cava

Funerale - Lagazzettadimassaecarrara.it (Fonte Pixabay)
Il disastroso incidente alle cave di Carrara, in cui ha perso la vita Paolo Lambruschi, ha suscitato un’ondata di indignazione nella politica e nei sindacati.
Lunedì 28 aprile, come ormai tristemente sappiamo, il 59enne Paolo Lambruschi ha perso la vita dopo essere precipitato con il suo dumper dal piano di carico/scarico della cava n.150 di Fossa Vicola, a Miseglia, peraltro nel corso della Giornata mondiale della Sicurezza e della Salute sul lavoro.
La morte di Lambruschi, ampiamente conosciuto e stimato nella comunità locale per il suo passato da cestista e da donatore Avis, ha comprensibilmente sconvolto l’Italia intera, e in particolare i suoi amici e congiunti, che ora si preparano a porgere l’ultimo saluto all’uomo durante la cerimonia funebre.
E proprio nel giorno dei funerali la giunta di Carrara ha deciso di proclamare il lutto cittadino, come riportato in una delibera: “Alla famiglia di Paolo Lambruschi e a tutti i lavoratori del comparto del marmo viene rivolto il più profondo senso di cordoglio da parte di una città colpita e sgomenta di fronte a questa tragedia“.
La nota prosegue: “È doveroso e opportuno, interpretando questo comune sentimento della popolazione, proclamare il lutto cittadino, in concomitanza con la celebrazione delle esequie, in segno di profondo rispetto e di sentita partecipazione al dolore“. Anche i sindacati hanno fatto sentire la loro voce, esprimendo la propria indignazione per l’ennesima morte bianca sul lavoro, una piaga in larga parte evitabile che da decenni funesta il Paese da Nord a Sud.
Dai sindacati la richiesta di maggiori tutele
Le associazioni sindacali Feneal Uil, Filca Cisl Toscana, Fillea Cgil Toscana e Filca Cisl Toscana hanno rilasciato un eloquente comunicato, come riporta lavoceapuana.com: “Di lavoro si continua a morire. Tra gennaio e febbraio all’Istituto di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro sono arrivate 89.556 denunce di infortunio, in calo del 3,4% rispetto alle 92.711 del primo bimestre del 2024. I casi mortali, però, sono in aumento: 138 contro 119 (+16%), un quadro a dir poco sconfortante e drammatico, chiara constatazione che la situazione non accenna in alcun modo a cambiare, che si consuma all’ombra dell’indifferenza e nell’inadeguatezza politica, istituzionale e morale“.
E ancora: “Una giornata nera, vite spezzate sul lavoro, una strage che non accenna a fermarsi, con la stessa cadenza: ci ritroviamo a dover richiamare l’attenzione di tutti gli attori coinvolti, la sicurezza sul lavoro deve imporsi come priorità, e come tema centrale nelle agende di tutti“.

Sale la conta delle vittime
La statistica delle morti bianche, in effetti, non cessa di aggiornarsi, neppure dopo la dipartita di Paolo Lambruschi, Nelle ultime ore, infatti, nelle Cartiere Carrara a Capannori un giovane lavoratore è precipitato da circa 5 metri, ed è stato in seguito ricoverato in codice rosso all’ospedale San Luca. Da segnalare anche il crollo di un solaio a Forte dei Marmi, incidente in cui sono rimasti coinvolti altri tre operai.
Lorenzo Sichei di Filca Cisl ha commentato: “Due giornate drammatiche, che ci fanno tornare in un balzo mille anni luce indietro, e rappresentano una pesantissima sconfitta per chi, come noi, ogni giorno mette serietà e impegno nella prevenzione. Dobbiamo riconoscere che, dopo un lungo lavoro, oggi le leggi ci sono.(…) Evidentemente, ci sono storture non degne di un Paese civile. La formazione, punto su cui insistiamo da sempre, non è così incisiva o così presente“.