Guang Rong, a breve la rimozione del relitto ma cresce l’allarme per i potenziali detriti tossici in mare

Guang Rong - Lagazzettadimassaecarrara.it (Fonte X)
Le circa 500 tonnellate di residui della nave dispersi in mare potrebbero essere contaminati da oli e idrocarburi. Attesi i rilievi dell’ARPAT.
A sette mesi dall’incidente che ha visto la nave cargo Guang Rong incagliarsi a meno di un miglio dal pontile di Marina di Massa, la rimozione del relitto è finalmente alle porte.
Le operazioni, affidate alla ditta Fratelli Neri in collaborazione con la società olandese Bluetack, dovrebbero iniziare entro metà settembre, come confermato anche dal Sindaco Franceso Persiani e dalla Capitaneria di Porto.
Il piano prevede la messa in galleggiamento controllata dell’imbarcazione, attualmente sotto sequestro giudiziario, e successivamente il traino in mare aperto. La manovra non richiederà supporti esterni, come i palloni gonfiabili; le squadre interverranno invece sulle casse di tribordo, in modo da garantire la stabilità e la navigabilità del relitto.
Il trasporto durerà circa quattro settimane, salvo imprevisti tecnici o condizioni meteo avverse, ma nelle ultime ore il primo cittadino ha espresso alcune preoccupazioni per i detriti finiti in mare.
ARPAT si occuperà dei rilievi
Mentre si avvicina il giorno della rimozione della nave, battente bandiera cipriota, in parallelo cresce la preoccupazione per l’impatto ambientale della stessa. Tonnellate di scaglie di marmo, infatti, sono finite in mare nel corso del naufragio, depositandosi in un raggio di 100 metri dalla Guang Rong, e potrebbero essere state contaminate da oli e idrocarburi sversati nella zona di poppa.
Nelle ultime ore Francesco Persiani ha dichiarato in Consiglio Comunale che l’ARPAT è incaricata di analizzare il materiale per stabilire le modalità di smaltimento, ma il timore è che l’inquinamento possa aver già intaccato l’ecosistema marino e le spiagge limitrofe. Il divieto di balneazione resta tutt’ora in vigore nell’area circostante, dove sono presenti detriti metallici e ferri che dovranno essere rimossi e analizzati. “Mille tonnellate di carico alla volta saranno portate in banchina a Marina di Massa e saranno spostate in due luoghi diversi per effettuare campionamenti” – ha riferito Francesco Persiani – “Una parte di circa 500 tonnellate è finito in mare, e quindi dovrà essere rimosso. E dovranno gli enti competenti dichiarare le modalità di questa operazione“.
L’attribuzione delle responsabilità
Nel frattempo, prosegue l’iter giudiziario per l’accertamento delle responsabilità, nonché la stima dei danni subiti dal pontile, simbolo del litorale di Marina di Massa.
Il Comune, costituitosi parte civile, ha infatti avviato una causa per ottenere un doveroso risarcimento, e ha incaricato un consulente tecnico, che inizierà le perizie nei prossimi giorni.