Livorno, momenti di tensione al porto per il presidio contro la nave cargo israeliana Virginia Zim | USB: “Non si sarebbe dovuti arrivare a questo punto”

Virginia Zim - Lagazzettadimassaecarrara.it

Virginia Zim - Lagazzettadimassaecarrara.it (Fonte X)

I portuali livornesi continuano a impedire l’approdo della nave. Secondo USB, si tratta di un’azione simbolica ma potentissima: “Fanno quello che il Governo non ha avuto il coraggio di fare”.

Nelle scorse ore il porto di Livorno è stato teatro di una mobilitazione sindacale che ha attirato l’attenzione dell’intera penisola. Al centro della vicenda, l’arrivo presso lo scalo toscano della nave cargo israeliana Virginia Zim, già oggetto di contestazioni in altri scali europei a causa di presunti legami con forniture militari destinate a Israele.

Il sindacato USB ha infatti organizzato un presidio presso il varco Darsena Toscana, dichiarando apertamente la propria opposizione all’attracco della nave: i portuali hanno annunciato senza mezzi termini la loro volontà di astenersi dalle operazioni di scarico.

La giornata di ieri, lunedì 29 settembre, è stato definito da molti di essi come “il giorno della verità” per il porto livornese; ad oggi, la Virginia Zim non si è avvicinata e si trova tutt’ora in rada, ma la situazione resta tesa.

La mobilitazione ha ricevuto il sostegno di altre sigle sindacali, in particolare della Filt-Cgil, che ha espresso solidarietà ai lavoratori che hanno scelto di incrociare le braccia, garantendo copertura sindacale per tutti gli astenuti.

Il presidio al porto di Livorno

La mobilitazione ha visto la partecipazione di attivisti, cittadini e rappresentanti di movimenti Pro Pal e si è diffusa a macchia d’olio anche sui social; al porto hanno invece sventolato bandiere e striscioni che inneggiavano alla fine delle ostilità e al blocco definitivo delle forniture belliche.

Il messaggio è chiaro: stop ai traffici commerciali via mare con Israele, e lo sciopero potrebbe rappresentare un importante precedente. Pur non essendosi concretizzati disordini, la protesta ha registrato un forte impatto mediatico, regalando nuova centralità al dibattito sul ruolo dei porti italiani nel traffico internazionale di merci, anche di quelle potenzialmente legate a scenari di guerra.

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Virginia Zim – Lagazzettadimassaecarrara.it (Fonte X)

USB: “Tocca ai lavoratori prendere posizione”

Secondo quanto riporta livornopress.it, l’esponente di USB Livorno Giovanni Cerarolo ha difeso la presa di posizione dei portuali, spiegando: “Qualche sera fa a Genova, anche lì i portuali hanno iniziato a mettere in discussione non solo il traffico di armi nei nostri porti, ma l’intero sistema di scambi commerciali con Israele. I lavoratori non se la sentono di collaborare con una compagnia come la Zim, di proprietà dello Stato israeliano“. E ha rilanciato: “Stanno facendo, concretamente, quello che il nostro Governo non ha avuto il coraggio di fare: interrompere il traffico di merci da e per Israele“.

Cerarolo ha quindi concluso: “Probabilmente non si sarebbe dovuti arrivare a questo punto, perché un Governo normale avrebbe già dovuto intervenire. Oggi, invece, tocca ai lavoratori prendere posizione. È una responsabilità che non dovrebbe spettare a noi, ma che diventa inevitabile, davanti a un dramma umanitario di queste dimensioni“.