Proclamato oggi SCIOPERO POSTE ITALIANE: chiuso l’ufficio a Massa-Carrara per tutta la giornata

Sciopero di Poste Italiane - Lagazzettadimassaecarrara.it (Fonte X)
A pochi giorni dal referendum, Poste Italiane abbassa le serrande in diverse città italiane. Oltre allo sciopero previsto per oggi, verranno sospese le prestazioni straordinarie fino al 2 luglio.
Oggi, martedì 3 giugno, i lavoratori di Poste Italiane incroceranno la braccia per l’intero turno di lavoro, aderendo allo sciopero nazionale indetto da UIL Poste e da SLC Cgil, una protesta che coinvolgerà la macro area Centro/Nord e che potrebbe arrecare numerosi disagi ai cittadini.
Le ragioni della movimentazione sono molteplici: i sindacati denunciano infatti la precarizzazione del lavoro e la mancata stabilizzazione dei contratti a tempo determinato, ma anche un corposo taglio agli organici nelle varie sedi, eventualità che rende difficile garantire servizi efficienti agli utenti finali.
I sindacati protestano inoltre contro il conseguente aumento dei carichi di lavoro, ma anche per la mancanza di sicurezza per i lavoratori del comparto, sia negli uffici che nel recapito della corrispondenza. Nel mirino delle organizzazioni sindacali anche il processo di privatizzazione di Poste Italiane, che prevede la vendita di quote azionarie da parte del Ministero delle Finanze.
Ecco cosa implicherà lo sciopero, con particolare attenzione all’area di Massa-Carrara.
Lo sciopero nazionale approda anche a Massa-Carrara
Nella provincia di Massa-Carrara, i cittadini potrebbero sperimentare ritardi nella consegna della posta o dei pacchi e riscontrare difficoltà nel pagamento di pensioni e bollettini. L’astensione dal lavoro si preannuncia infatti capillare: oltre agli sportelli chiusi, anche il recapito della corrispondenza potrebbe subire ritardi. Fino al 2 luglio, inoltre, sarà sospesa ogni attività straordinaria.
“Basta lavoro povero e politiche attive che mettono i lavoratori gli uni contro gli altri” – spiegano i portavoce di UIL Poste e di SLC Cgil, come si legge anche su Lavoceapuana.com – “Vogliamo stabilizzazioni, trasformazioni e mobilità per tutti. La salute e la sicurezza di lavoratori diretti e in appalto va aumentata, non ridotta con tagli e piani di risparmio. No ai tagli delle zone, alla chiusura dei CD e all’ennesimo aumento dei carichi di lavoro. Il rilancio di PLC e Logistica non può essere perseguito rendendo un inferno la vita di chi lavora in quella divisione. (…) I lavoratori di DTO non sono figli di un Dio minore“.

“Si fermi la privatizzazione”
Come anticipato, tra gli argomenti più caldi vi è il processo di privatizzazione: “Si fermi una volta per tutte: Poste rimanga in mano pubblica e persegua il proprio ruolo sociale“.
I sindacati concludono infine: “La più grande azienda del Paese deve garantire democrazia e pluralismo. Si smetta di mortificare il confronto e uccidere il dissenso nelle relazioni sindacali“.