Legge Fine Vita: il Presidente Giani difende la sua norma “Ricorso dettato da motivazioni politiche”

Eugenio Giani - Lagazzettadimassaecarrara.it (Fonte Facebook)
La Legge sul Fine Vita non smette di infiammare la compagine politica: Eugenio Giani si prepara a osteggiare il ricorso del Governo in Corte Costituzionale.
Prevedibilmente, la Regione Toscana ha deciso di costituirsi in giudizio davanti alla Corte Costituzionale per difendere la legge regionale n. 16/2025, detta anche Legge sul Fine Vita e materia di un’aspra contesa con il Governo.
La legge norma e stabilisce le modalità organizzative per garantire un trattamento medicalmente assistito e dignitoso alle persone che intendono porre fine alla propria vita nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 242 del 2019 e, secondo il presidente Eugenio Giani, non introduce nuovi principi, ma si limita a definire procedure chiare, assicurando inoltre pari accesso ai cittadini che intenderanno ricorrervi.
Il Governo, al contrario, ha sin da subito annunciato l’intenzione di impugnare la legge, adducendo la motivazione che essa eccederebbe le competenze regionali, invadendo così ambiti di legislazione nazionale.
Una posizione da cui Giani prende ancora una volta le distanze, definendo il ricorso “infondato” e “motivato da ragioni politiche“.
Legge sul Fine Vita: il braccio di ferro tra Governo e Regione
Come anticipato, la Regione Toscana rivendica il proprio diritto di regolamentare l’organizzazione dei servizi sanitari, come riconosciuto dalla Costituzione, e in essi include anche il diritto a porre fine alla propria esistenza in un ambiente protetto e secondo i protocolli previsti dalla Legge sul Fine Vita.
Giani ha infatti sottolineato come il Parlamento, nonostante le reiterate sollecitazioni della Corte Costituzionale, non abbia ancora legiferato in materia, lasciando un vuoto normativo che, con l’introduzione della recente normativa, la Regione potrebbe invece colmare. La difesa della legge sarà ora affidata all’Avvocatura regionale, scelta che Giani ha definito un atto di fiducia nelle competenze istituzionali della Toscana, e la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi a breve sulla legittimità della stessa, nonché sulla fondatezza del ricorso governativo.
Giani: “Pari accesso e dignità a tutti i cittadini”
Eugenio Giani ha ribadito, come riporta lavoceapuana.com: “Siamo convinti che questo ricorso da parte del Governo sia infondato e dettato unicamente da motivazioni politiche. Con questo atto vogliamo ribadire con coerenza il valore della nostra legge, una norma che disciplina modalità organizzative, nel pieno rispetto delle competenze regionali in materia sanitaria“.
Per poi concludere: “Riteniamo infatti legittimo che una Regione, nel rispetto della sentenza costituzionale n.242 del 2019, definisca regole oggettive e termini certi, per assicurare a tutti i cittadini pari accesso e dignità nel percorso di fine vita“.