ULTIM’ORA INPS – Proibito nel fine settimana: straordinari banditi, arrotondare è reato | Multa da 30.000€

Un pensionato ha ricevuto una multa da migliaia di euro per non aver rispettato i requisiti imposta dalla Quota 100 - Lagazzettadimassaecarrara.it - foto Canva
Un uomo ha ricevuto una sanzione pecuniaria da capogiro per aver lavorato durante il weekend: ecco tutti i dettagli.
Il fine settimana rappresenta per tutti coloro che hanno un’occupazione, una pausa dal tram tram lavorativo, che occupa una buona fetta della propria vita. Si tratta quindi di un periodo in cui si ha tempo per riposare e ricaricare le batterie a fronte del lunedì.
Questo però non vale per ogni singolo dipendente. Basti pensare al settore dell’hospitality e della ristorazione, dove tendenzialmente si richiedono ai lavoratori di svolgere le proprie mansioni anche il sabato e la domenica.
Tuttavia, un uomo di Udine si è ritrovato a dover sborsare una somma astronomica dopo aver prestato i suoi servizi nel corso di una manifestazione. A recapitare la multa è stato l’Inps, il principale ente italiano che si occupa di il sistema pensionistico pubblico.
Una sanzione da capogiro: cosa è successo
Un sessantaseienne è stato scoperto mentre lavorava in un bar durante un fine settimana, al termine del quale avrebbe ricevuto una paga di 180 euro. Fin qui non ci sarebbe nulla di male, il problema è che aveva richiesto un pensionamento anticipato.
Tra il 2019 e il 2021, l’Istituto nazionale della previdenza sociale aveva introdotto una misura che permetteva di andare in pensione prima dei tempi prestabiliti ed era rivolta nello specifico a coloro che avevano compiuto almeno 62 anni e avevano raggiunto 38 anni di contributi. Tale meccanismo è conosciuto anche come “Quota 100” (somma dell’età minima e degli anni di lavoro).

Un pensionamento rovinato
Il pensionato è finito nei guai perché la Quota 100 prevede requisiti molto specifici, la cui mancata osservanza comporta gravi. Ad esempio, non è possibile svolgere un’attività lavorativa retribuita, indipendentemente dal numero di giorni lavorati o dallo stipendio.
L’Inps gli ha dunque servito una multa di 29 mila euro, pari a un anno di pensione. L’uomo ha spiegato di aver accettato il lavoro per dare una mano e di essersi persino offerto di farlo gratuitamente. Tuttavia, ha dovuto firmare un contratto a chiamata che avrebbe coperto i costi assicurativi, e qui sono iniziati i suoi problemi. Poiché si trattava di un contratto, il Tribunale del Lavoro ha dato ragione all’INPS, considerando la sua collaborazione come un lavoro retribuito.