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Scritto da Redazione
Cronaca
22 Aprile 2024

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Dal servizio di Report andato in onda ieri 21 aprile abbiamo avuto la conferma di quanto è sotto gli occhi di tutti e anche di quello che invece sospettavamo. Dall'estrazione del marmo delle Apuane si avvantaggiano in pochi mentre il territorio viene depredato e danneggiato in maniera irreversibile. Le aziende di escavazione fanno utili netti nell'ordine del 47-50 per cento pagando al comune una miseria in termini di tasse di concessione e di escavazione. I 25 milioni di Euro che ogni anno il comune di Carrara incassa per la vendita delle sue montagne è una briciola rispetto ai ricavi milionari delle aziende del marmo, che per alcune, arrivano anche a 76 milioni l'anno di fatturato. Lo si vede nello stato delle strade, dei palazzi, delle piazze; se ci fosse una minima equità dovrebbe zampillare il vino dalle fontane invece di acqua.Ma non è solo un problema economico è anche il modo con cui queste attività industriali vengono attuate nel pieno disprezzo dell'ambiente, incuranti delle conseguenze che causano i residui delle lavorazioni, dalle terre inquinate alla marmettola, che nelle cave a cielo aperto vengono scaricate a valle dalle ruspe e dalle piogge, inquinando i fiumi, ormai "biologicamente morti", dove non vivono più specie animali e vegetali. Non è certo con le multe che si risolve la situazione perché la liquidità finanziaria di queste imprese è tale che permette loro di essere "sopra la legge" pagando le sanzioni. Sui lavoratori morti negli incidenti sul lavoro, ritengo inammissibili le frasi di un famoso imprenditore del luogo che non sapendo di essere registrato, ha dichiarato agli inviati di Report: "Si fanno male perché sono deficienti", confermando la totale mancanza di rispetto per la condizione dei lavoratori e di cosa voglia dire dover lavorare in ambienti pericolosi per mantenere la propria famiglia. Lavoratori che sono sempre meno, vale la pena ricordarlo: grazie alla tecnologia oggi il comparto impiega circa 600 dipendenti in quell'area.

Quello che sembra ormai chiaro è che gli imprenditori giocano a procrastinare nel tempo ogni tentativo delle pubbliche amministrazioni (Comuni, Regione) e dei cittadini (ASBUC) con ricorsi, appelli, tentativi di conciliazione, che alimentano dossier infiniti in cui è difficile ricostruire i titoli di possesso e i diritti di ciascuno, mentre loro continuano incuranti a scavare. Nel servizio televisivo pare che il comportamento della Regione e degli assessori che si sono succeduti almeno negli ultimi dieci anni, abbiano tentato di arginare lo strapotere delle aziende annullando con una legge (la legge n. 35 del 2015) l'editto del 1751 con cui Maria Teresa Malaspina, Duchessa di Massa Carrara, concedeva ai possessori delle cave un presunto diritto perpetuo di estrazione e di proprietà. Tentativo fallito per una sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito questo annullamento essere una prerogativa legislativa in capo allo Stato. Pur accogliendo favorevolmente questi timidi tentativi di regolamentazione non comprendo il comportamento dell'attuale governatore Eugenio Giani che ha recentemente dichiarato che il Parco Regionale delle Alpi Apuane è un vincolo all'attività estrattiva e che le cave fanno parte dell'identità di quel territorio! Lo stesso governatore che si è anche costituito a fianco del comune di Seravezza nella conciliazione con Henraux che vuole ottenere la piena proprietà del monte Altissimo pagandolo solo un milione di Euro. Dove stanno la coerenza, la logica e financo quella "Storia" di cui spesso il governatore si avvale nei suoi discorsi?Il Monte Altissimo era sempre stato una proprietà collettiva dei naturali di Seravezza per diritti che arrivano dal Medio Evo e come era stato sancito dalla sentenza del Commissario Usi Civici dottor Catalani n.39/2000 dal Tribunale degli Usi Civici di Roma, ma la Regione ha fatto di tutto per impedire la ricostituzione dell'ASBUC (Amministrazione Separata Beni Uso Collettivo) attraverso regolari elezioni che ne permettessero la gestione. Se i diritti che vengono dal passato valgono per le aziende perché non valgono per gli abitanti di quelle terre?

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