Ce n'è anche per Cecco a cena
Vergogna in salsa massese: Francesco Persiani tradito dai suoi Fratelli (d'Italia) con al seguito (S)Forza Italia
Di porcate ne abbiamo viste, in oltre trent'anni di (dis)onorata carriera giornalistica, parecchie, ma quella andata in scena in queste ultime settimane e, in particolare, ieri sera in consiglio comunale è una delle più sudicie cui abbiamo mai assistito. Al di là del fatto che il centrodestra, come a Massarosa, si è dato le picconate sui coglioni da solo, quello che fa veramente orrore è il comportamento politico e, a nostro avviso, anche umano, di alcuni tra coloro che, pur stando con Francesco Persiani e avendo beneficiato della sua fiducia, lo hanno tradito e con lui hanno tradito gli elettori che avevano votato per il centrodestra. Non faremo nomi - Stefano Benedetti, presidente del consiglio comunale e Marco Guidi coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia nonché assessore nominato proprio da Persiani ai lavori pubblici - perché sono sotto gli occhi di tutti... Ma come si fa? E' assolutamente probabile che a Fratelli d'Italia sia montata una sfrenata ambizione e ci appare strano che un personaggio di levatura culturale come Alessandro Amorese, che fino a qualche lustro fa contava, politicamente, quanto il due di coppe a briscola quando regna bastoni, adesso che è diventato deputato sulla scia della Giorgia Meloni, abbia sponsorizzato il Guidi candidato alle prossime elezioni amministrative facendo naufragare l'alleanza di centrodestra che avrebbe vinto a mani basse al primo turno. E non parliamo di Vittorio Fantozzi, consigliere regionale che spedisce comunicati a raffica con le sue immagini e quelle dei suoi alfieri e che in questa circostanza ha pensato bene di starsene in disparte o, come pensiamo noi, di avallare il gioco sporco portato avanti dal suo partito a Massa. Aggiungiamo poi, anche, che sempre Fratelli d'Italia ha fatto perdere le elezioni al centrodestra a Carrara costringendo alla sconfitta un candidato più che papabile come Simone Caffaz per appoggiare un proprio candidato che non ha riscosso alcunché

Clandestini in arrivo a Carrara, cosa ci sarà mai da entusiasmarsi...
Nemmeno si trattasse dello sbarco in Normandia. Appena hanno annunciato che la nave Ocean Viking, sì, una di quelle navi fatte apposta per andare a prendere in mare aperto o anche al largo delle coste africane i clandestini che si imbarcano sui gommoni degli scafisti, ovviamente a pagamento presupponiamo noi, ed ecco che a Carrara si sono sperticate le mani rispolverando, visto che l'antifascismo non fa più audience e non è più di moda, l'anarchia e l'antirazzismo che spinge ad accogliere chiunque a braccia aperte. Così i verniciati di rosso di questa giunta regionale sulla quale stendiamo un velo peloso ancor più che pietoso, nonché i colleghi di Carrara con il sindaco Arrighi che continua, tramite il suo addetto stampa, a inviare comunicati con la declinazione al femminile (sindaca, assessora, Consigliera) e che noi regolarmente modifichiamo poiché lo riteniamo un obbrobrio grammaticale, hanno gridato alla venuta del messia, allestendo, oltre allo stretto necessario e indispensabile, comitati di accoglienza, cotillons, majorettes e via di questo passo. Noi, unico giornale non vaccinato d'Italia e non solo contro il Covid, non ci uniamo né ci uniremo a questo tentativo di far passare l'ennesima violazione dei confini di un paese che di sovrano non ha più niente come una passerella solidale che tanto piace e fa gola alle associazioni o cooperative che prosperano con il business dell'accoglienza. Non ci sembra, a dire il vero, che Carrara, sindaco e giunta in primis, si siano altrettanto adoperate per scendere in piazza e dimostrare contro ciò che sta accadendo in Iran dove adolescenti donne e non solo vengono stuprate, fatte a pezzi e cancellate dalla faccia della terra...

A Massa e Carrara è esplosa la Gazzettomania: una ventina di richieste di collaborazione. Entusiasmiamoci
Saremo sinceri. In questi nove anni da quando è nata la Gazzetta di Massa e Carrara, raramente avevamo avvertito un'atmosfera di entusiasmo quale quella che stiamo respirando in questi giorni all'indomani dell'articolo con cui abbiamo annunciato di voler cercare collaboratori. Lo avevamo scritto altre volte, ma la risposta era stata pressoché nulla o quasi. Che cosa, quindi, è accaduto adesso? Clima natalizio e persone più disponibili alla lettura? Pubblicazione automatica sui social e, quindi, maggiore e istantanea diffusione? Rinascita della voglia di scrivere su un quotidiano libero da ogni vincolo di partito ed economico? Desiderio di mettersi alla prova? Probabilmente tutte queste cose insieme a cominciare dall'arrivo, un paio di settimane fa, di Vittorio Prayer, nostro collega a inizio anni Novanta a Il Corriere della Sera nella veste di corrispondente, giornalista polemico, cazzuto e sopraffino. Così, piano piano, ma progressivamente, anche i numeri del nostro giornale sono aumentati al punto che, da ultimo che era dopo Lucca, Serchio e Viareggio, adesso è balzato al secondo posto e non accenna a smettere di salire: aumentano gli utenti unici assoluti e crescono le visualizzazioni, al punto che chi scrive, direttore (ir)responsabile di questo gruppo editoriale nato perché non ne poteva più del giornalismo istituzionalizzato e politicamente (s)corretto, ha scoperto dentro di sé la voglia di dedicarsi anima e corpo a questa terra così martoriata e, lasciatecelo dire, spesso priva di prospettive concrete. Abbiamo risposto a tutti e a tutte spiegando che cosa vogliamo e ascoltando desiderata e interessi. Qualcuno ha entusiasticamente accettato, qualcun altro ha declinato l'invito, c'è anche chi non ha gradito alcune precisazioni di carattere grammaticale. La maggior parte, però, ha accettato la sfida: qui si collabora e si impara, si impara e si cresce, si cresce e si acquisisce fiducia in se stessi e nel mestiere...

Noi non vaccinati orgogliosi di essere stati disubbidienti
Lo dice anche il professor Crepet: insegnate ai ragazzi ad essere disubbidienti. Certo, non bisogna generalizzare, ma, almeno per quanto ci riguarda, non abbiamo mai avuto, sin dalla più tenera…

Giorgia Meloni, una vittoria senza essere spalla di nessuno e senza... sdoganamenti. Crollo della Lega
Questa volta non sono stati la spalla di nessuno. E nemmeno hanno avuto il bisogno di essere sdoganati da un qualunque Berlusconi d'accatto. Questa volta hanno fatto tutto da soli,…

Aggressione al gazebo della Lega: uno schifo. Cosa sarebbe successo se fossero stati picchiati militanti di sinistra?
Di fronte a ciò che è accaduto ieri sera a Carrara con l'aggressione schifosa e violenta ai danni del gazebo della Lega, la prima cosa che ci passa per la testa è che cosa avrebbero urlato i soliti antifascisti con gli occhi foderati di prosciutto che, a Carrara, sono diffusi come il Covid nei primi mesi del 2020. Ve lo diciamo noi, avrebbero gridato al ritorno di Mussolini, ai rigurgiti di fascismo e alla necessaria scesa in campo di tutte le forze (sic!) democratiche. Stronzate! Ormai anche i bimbi dell'asilo hanno capito che se in Italia ci sono dei fascisti e a Carrara in particolare, quelli non sono certamente in camicia nera, ma conosciuti e facilmente identificabili perché, da sempre, pronti a scendere in piazza e fare casino. Il fascismo è morto e sepolto da oltre 90 anni, mentre questo fascismo verniciato di rosso o anarco-insurrezionalismo è vivo, vegeto e ben presente. Che cosa hanno provato sulla propria pelle e nelle proprie menti i militanti dell Lega di fronte all'aggressione subìta? Quale violenza inaudita e quale senso di impotenza devono aver provato. Noi non abbiamo dubbi, gli aggressori andrebbero presi, radunati e riservato loro una nalogo e più robusto trattamento. Questo perché chiunque approfitta del numero per imporre violenza, non merita altra risposta che la violenza medesima. Ma, sappiamo, che ciò non è concesso nemmeno alle forze di polizia che, spesso, vengono a loro volta bastonate, aggredite, percosse senza neanche poter reagire e quando, per fortuna, lo fanno, vengono massacrate dai giornali garantisti della Sinistra radical chic-choc...

Simone Caffaz sindaco, occasione mancata per la città
Occasioni mancate era il titolo di un libro scritto da Jo Di Benigno, giornalista a Roma durante gli anni terribili tra il 1943 e il 1944. Un diario segreto che si legge, a trovarlo, tutto d'un fiato e che restituisce l'atmosfera di un tempo che fu. Ecco, pensavamo proprio a queste due parole leggendo il libriccino scritto da Simone Caffaz nel quale racconta la storia della sua famiglia di origini ebraiche grazie al racconto della nonna Esterina, nata e cresciuta a Livorno e, poi, costretta a fuggire all'indomani del varo delle leggi razziali in Italia nel 1938. Una famiglia, quella di Caffaz, che ha portato sulla propria pelle i segni di una delle più disgraziate e scellerate decisioni mai assunte in questo paese e il tutto solo e soltanto per scimmiottare il nazismo e il suo dittatore che da ammiratore del duce era diventato, con gli anni, il suo padrone. La famiglia Caffaz è una famiglia numerosa di religione ebraica e se anche Simone Caffaz non sarà un praticante come i suoi avi, di sicuro percepirà sempre l'orgoglio di appartenere alla grande famiglia di Israele. La scatola di legno non è soltanto una testimonianza e nemmeno solo un contributo che va ad aggiungersi ai tanti sulla Shoah. E' un modo per conoscere una famiglia che ha rappresentato, per la città di Carrara, uno dei suoi punti di riferimento storici, con quel commercio portato avanti per cinquant'anni e ancora oggi, con l'amore per un luogo che aveva accolto i Caffaz quando, a Livorno, erano state sbattute in faccia le porte e anche le finestre di qualsiasi lavoro. Ecco perché, a nostro avviso, la candidatura di Caffaz era la più adatta ad una riscossa per una città, Carrara, che non riesce mai a proiettarsi verso il futuro se non restando inchiodata alle vestigia del passato...

Base militare a Coltano uno schifo oltre a una vergogna: l'Italia solo un satellite degli Stati Uniti e della Nato
Ci viene quasi da vomitare. Per anni la Sinistra - ma dov'è, oggi, la Sinistra? - ci ha sistematicamente frantumato i testicoli protestando, giustamente, contro l'indiscriminato aumento delle spese militari, contro la proliferazione nucleare, contro le basi Nato in Italia. E, adesso, invece, ecco che il governo di Mario Draghi, questo occhi di cernia sdraiato sulla linea servile della Nato e degli Stati Uniti cosa fa? Si prostituisce, letteralmente, all'aumento delle spese militari, a favore degli uomini con le stellette dei quali noi, qualunque divisa indossino, abbiamo sempre diffidato. Sempre. E sapete perché? Perché quando indossi una divisa, qualunque essa sia, firmi un patto con cui abdichi all'intelligenza, all'autonomia di pensiero, all'indipendenza di giudizio e osservi solo una regola: obbedire e aggiungici anche il crede e il combattere non indispensabili, ma conseguenti. L'Italia non è più un Paese sovrano, è solo un satelliote degli Stati Uniti e dell'Unione Europea ed è convinto che solo se resterà sotto l'ombrello a stelle e a strisce o sotto quello di qualche organismo sovranazionale, potrà restare tranquilla e non rischiare l'invasione (sic!) della Russia. Si, perché adesso i russi sono tornati a far paura come quando, in epoca sovietica e comunista, si dice che mangiassero i bambini. Ridicoli. Ovvio che da una Russia governata da un ex ufficiale del Kgb ci sia ben poco di buono da attendersi, visto che sta deportando - 'sport' in grande spolvero sin dagli dell'epoca staliniana - i poveri ucraini in Siberia e nei punti più lontani del proprio territorio così da sradicare ogni senso di identità e appartenenza...

L'Unione Europea, un cappio al collo che ci uccide. Di Covid non parla più nessuno, ma c'è gente sospesa e senza lavoro: loro non sono ucraini, ma italiani, ma frega qualcosa a qualcuno?
In questa sorta di follia collettiva fomentata, esattamente come il Covid, dalla politica e dai politicanti del Pensiero Unico Dominante, sono in pochi, pochissimi quelli che cercano di aprire gli occhi, usare il cervello e pensare al futuro. La guerra in Ucraina ha ulteriormente annebbiato le menti e sembra davvero di essere tornati ai tempi della Guerra Fredda. Contenti gli americani, ovviamente, democratici in primis, che hanno una nuova ragione per vivere, con la Russia che è tornata ad essere il diavolo in persona e il nemico da abbattere a tutti i costi. Putin, del resto, non piace e non è mai piaciuto proprio per quel suo modo di essere così diretto, addirittura brutale, per di più amico di Silvio Berlusconi e, si sa, a queste latitudini, ma anche a quelle europee ciò è imperdonabile. Inoltre è assolutamente contrario alla teoria Gender, non ama le adozioni e i matrimoni per persone del medesimo sesso - e ha ragione - è un sovranista e tradizionalista convinto - e ha ragione anche in questo - ragiona negli interessi del popolo russo o di quelli che lui ritiene essere tali. Vorremmo solo far notare che dopo il crollo del muro di Berlino la Russia ha rischiato, realmente, di scomparire come entità politica e anche geografica oltreché economica. Merito anche suo se ciò non è avvenuto. E' un dittatore? Certo, lo è in buonissima parte e del resto proviene dalle file del Kgb che è la Cia in versione russa ed ex sovietica. Ha, anche, un robusto pelo sullo stomaco e non ama chi lo contraddice...
La Sinistra e la schizofrenia ideologica verso Est unite alla solita arroganza degli ex comunisti di madre Russia
Abbiamo più volte sostenuto le ragioni della Russia di fronte al tentativo americano e dei suoi stati satelliti di portar loro la Nato fin sotto casa. Adesso, però e dopo sei giorni nei quali sono state bombardate, come era facilmente prevedibile vsto che non può esserci una guerra buona e chirurgica, città e popolazioni civili, è arrivato il momento di fermarsi un attimo. Vladimir Putin, non certo uno stinco di santo e sicuramente un dittatore - ragazzi, ma era o non era un ufficiale del Kgb?, e non sono stati milioni i russi mandati in Siberia o uccisi con processi fasulli perché accusati proprio dai servizi segreti sovietici di essere agenti infiltrati dell'Occidente? - non si ferma davanti a niente. Lo ha già dimostrato, basta guardarlo in faccia: ad averlo vicino di casa se da un lato c'è da stare tranquilli perché nessuno si avvicinerebbe, dall'altro bisognerebbe fare attenzione a contrariarlo ché non avrebbe sitazioni a farcela scontare. E' figlio, del resto, dell'Unione Sovietica che teneva sotto il giogo della violenza e della minaccia milioni di esseri umani, nazioni e stati che, un tempo, avevano la loro autonomia e indipendenza. E tutto per proteggere le proprie frontiere da sempre a rischio invasione, in realtà solo da quando, nell'ottobre 1917, la rivoluzione russa del bolscevichi prese il potere togliendolo agli zar. Oggi sembra che in molti si meraviglino di quanto sta accadendo in Ukraina e, soprattutto, a sinistra si moltiplicano proteste e denunce contro la Russia...