“Mia madre ha passato la notte a piangere”: è la testimonianza di Elisabetta Troian, sorella di una delle molte vittime del marmo, che Alberto Franchi, uno dei più grandi imprenditori del lapideo di Carrara ha definito “dei deficienti” perché sono morti per essersi messi in pericolo da soli, nell’intervista che gli ha fatto Report, la trasmissione di giornalismo d’inchiesta di Rai 3 firmata da Sigfrido Ranucci. Riccardo Troian aveva 17 anni e aveva cominciato da poco a lavorare in una segheria, quando rimase schiacciato da un masso caduto sul piazzale, nel 1985. Una grande ferita per i suoi famigliari, che le parole di Franchi hanno contribuito a riaprire. È vero, la frase detta da Franchi, titolare della Franchi s.r.l., un colosso con un fatturato di 76 milioni di euro, è stata estrapolata da un fuori onda, cioè in un momento in cui, probabilmente l’imprenditore pensava di non essere registrato. Insieme a lui c’era anche Matteo Venturi, presidente dell’Associazione Industriali e vicepresidente della Fondazione Marmo e proprio Venturi, se pur, anche lui convinto di non essere registrato, rivolge a Franchi un invito a non far passare il messaggio che, attualmente, i cavatori lavorano pochissimo e che se si fanno male è perché sono deficienti, perché passano in luoghi dove gli dicono di non passare o non si mettono le imbracature che dovrebbero mettersi. L’uso del fuori onda sarà un problema che dovrà affrontare Report, peraltro abituato alle querele, tuttavia, il dolore causato dalle affermazioni di Franchi mandate in onda difficilmente verrà riparato. “Siamo indignati perché ha offeso persone che non hanno più alcun modo di difendersi” ha aggiunto la sorella di Riccardo Troian -“Esigiamo delle scuse pubbliche per tutte le vittime del marmo”. Anche l’altra sorella di Riccardo Troian, Sceila ha espresso il suo dolore e la sua rabbia: “Non ci sono state repliche né prese di distanza da quanto detto da Franchi da parte della politica locale. Sono indignata e offesa sia per le dichiarazioni infamanti nei confronti di chi ha lasciato la vita sul lavoro sia perché nessun politico ha avuto il coraggio di fare una dichiarazione per mostrare vicinanza a chi ha subito un lutto o per difendere chi ha perso la vita lavorando nel mondo del marmo. Ho provato una grande umiliazione pensando che la politica ha lasciato andare avanti dei pescecani di questo genere. Quando morì mio fratello ci hanno promesso mare e monti e poi ci hanno lasciati soli.” Ha detto tra le lacrime Sceila Troian, ma l’indignazione si è diffusa tra tutti i carrarini, non solo tra le, molte, purtroppo, famiglie che sono state toccate dalle tragedie accadute alle cave. I social rimandano spezzoni e commenti, per una volta univoci, di condanna e di vergogna per l’ennesimo quadro negativo emerso dall’elemento che più caratterizza la città. Il servizio di Report, pur accurato soprattutto negli aspetti legali e finanziari ha, comunque, presentato moltissime imprecisioni, a cominciare dal continuo uso improprio della parola cavatori, fatto dallo stesso Ranucci, che forse, avrebbe potuto essere informato sul fatto che i cavatori sono quelli che estraggono il marmo, cioè gli operai e che, invece, quelli di cui stava parlando il servizio di Report sono gli imprenditori, ma, al netto di questo, Report ha calcato pesantemente la mano sulla sproporzione enorme tra i guadagni reali dei grandi imprenditori del marmo e l’effettiva ricaduta sul territorio sia in termini di posti di lavoro, sia in termini di investimenti a favore del territorio e anche questo, unito all’enorme amarezza per la frase sui morti alle cave, ha concorso a generare un sentimento di profondo sconforto e indignazione che ha dato alla città, stamani, un bruttissimo risveglio.
Quelli che si fanno male alle cave sono dei deficienti: la frase shock di Alberto Franchi a Report indigna e ferisce le famiglie delle vittime
Scritto da Vinicia Tesconi
Cronaca
22 Aprile 2024
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