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Scritto da Redazione
Cronaca
07 Maggio 2024

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Sono 18 anni che diciamo a tutti e in tutte le sedi che la discarica di Cava Fornace è un problema per il nostro territorio. Abbiamo sempre in modo puntuale evidenziato i rischi a partire da quello idrogeologico che investe l’area interessata, e sempre abbiamo sottolineato l’estrema vicinanza con il Lago di Porta un’area umida, unica, che invece di essere protetta è stata esposta a rischi enormi. Purtroppo oggi le nostre paure sono diventate reali, ma noi eravamo gli allarmisti. Le immagini di migliaia di litri d‘acqua che si sono riversate dalla discarica, dove pare si sia rotto un invaso di contenimento, alla fossa fiorentina e da lì al Lago di Porta sono un pugno allo stomaco. Giovannetti, sindaco di Pietrasanta, che da anni chiede la chiusura della discarica, parla  di disastro ecologico sull’intera area. Lorenzetti, lo stesso sindaco che in Commissione Ambiente del Senato dichiarò che la discarica è un’opportunità,  si limita oggi  a parlare della fragilità dell’impianto.  Ed è lo stesso sindaco che non più tardi di qualche settimana fa parlava di portare a Cava Fornace la marmettola per gestire l’emergenza dei residui dell’estrazione e lavorazione del marmo. Oggi, qui, siamo all’emergenza in tutti i sensi, con una discarica che ha mostrato tutta la sua instabilità. Ricordiamo le garanzie date anche in sede di inchiesta pubblica dal gestore, che assicurava la tenuta dell’impianto anche in caso di eventi meteorici straordinari. E invece. E invece siamo al disastro e non era neanche tanto difficile prevederlo, anche alla luce di quanto riportato nella prima inchiesta pubblica, ovvero che quel sito non poteva e non doveva essere una discarica. Ora sono tutti preoccupati. Arpat, che abbiamo aspettato invano all’inchiesta pubblica proprio per parlare di tenuta dell’impianto e di analisi, tiene a dichiarare che tempestivamente è intervenuta per fare verifiche e campionamenti per le analisi di quanto fuoriuscito. Vogliamo certezze che lo stato di salute del lago venga monitorato in continuo. Vogliamo certezze sulla gestione del percolato ancora in discarica. Vogliamo certezze che quanto fuoriuscito oggi non arrechi danno la Lago e alla salute dei cittadini. E chi pagherà per tutto questo? A questo punto la discarica deve chiudere immediatamente. Il post mortem deve essere per sempre, a carico  di chi ha gestito finora il sito e in ultima battuta a carico di ALIA. Ora basta. Purtroppo avevamo ragione noi.

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