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Scritto da enrico dolci
Cultura
07 Dicembre 2023

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Le più recenti iniziative intraprese dall’amministrazione comunale di Carrara in tema di cultura impongono alcune riflessioni sui temi affrontati al fine di fare chiarezza soprattutto nei confronti di chi non è uno specialista dei settori presi in considerazione.

Il 24 novembre si sono tenuti al MUDAC (l’ex Centro Arti Plastiche a San Francesco) quattro importanti tavoli di lavoro relativi a: Museo del Marmo; City Branding; Artigianato, arti popolari e turismo; Formazione, trasmissioni dei saperi e innovazione.

Si tratta, come appare perfino ovvio, di quattro temi fondamentali per Carrara coordinati rispettivamente da Cinzia Compalati, direttore del polo museale di Carrara; da Maurizio Vanni, storico dell’arte e museologo; Laura Granata, ufficio turismo e beni culturali della Camera di Commercio Toscana Nord Ovest; Silvia Papucci, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Carrara.

Lo scopo dell’iniziativa era evidentemente quello di porre l’accento sul ruolo e l’importanza della produzione artigianale del territorio e di come si possa conservare e valorizzare i suoi prodotti utilizzando gli strumenti a disposizione sia nel settore formativo che in quello comunicativo e museale.

Tra gli “strumenti” più importanti esistenti a Carrara un ruolo fondamentale dovrebbe essere rivestito dal Museo Civico del Marmo che però, come tutti sappiamo, è chiuso da molto tempo né si conosce se e come sarà riaperto.

Nel programma di lavoro della giornata, il tavolo di lavoro dedicato al Museo del Marmo dichiara: “Il nuovo museo del marmo a Carrara. Visioni, strategie. Progetti e ridefinizione dell’istituzione più identitaria del nostro territorio”.

Dal titolo si evince quindi che dovrà nascere un “nuovo” museo del marmo che dovrà essere “ridefinito” nella sua impostazione.

Ora, a parte il fatto che il museo in questione è un ente pubblico dotato di uno statuto che ne ha definito ruoli ed operatività al momento della sua fondazione, vorrei sapere, come cittadino più che come specialista di settore, “chi” ha stabilito che si debba procedere ad un cambiamento della situazione museale.

Esiste forse un programma politico-amministrativo dell’attuale amministrazione comunale a suo tempo pubblicizzato dalle forze che la sostengono e che prevede questi cambiamenti sostanziali per cui gli eletti attualmente al comando si sentono autorizzati a fare ciò? A me non risulta, ma può darsi che mi sbagli.

Pertanto sarebbe oggi fondamentale che si facesse chiarezza su questo punto soprattutto da parte del partito democratico (erede politico del partito che a suo tempo ha ideato e realizzato il museo) al fine di indirizzare la discussione ed i programmi su binari corretti anche per togliere il sospetto (avanzato da molti) che in realtà chi sta prendendo decisioni lo faccia a suo uso e consumo.

Voglio ricordare (se ce ne fosse bisogno) che il Museo del Marmo, fondato nel 1982, ha svolto per molti anni un ruolo fondamentale nella salvaguardia, nello studio e nella valorizzazione di quanto attiene al marmo di Carrara, alla sua storia ed alla sua specificità.

Molti materiali delle sue collezioni (alcune veramente uniche e visibili solo a Carrara) oggi sarebbero scomparsi o privatizzati se non si fossero messe in campo azioni tese alla salvaguardia ed al recupero pubblico delle testimonianze del lavoro del marmo.

Purtroppo, col tempo e con il calo di interesse verso questa struttura da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute, il ruolo attivo del Museo del Marmo è venuto meno e ciò ha significato la perdita di materiali storici che, in quanto tali, appartengono moralmente alla collettività.

Questo, però, non significa affatto che si debba procedere ad una “ridefinizione” del suo ruolo ma solo che chi ha in mano la situazione deve riprendere a fare ciò che si deve e che è previsto dallo statuto museale. A cominciare da una sollecita riapertura della struttura e, magari, ad un miglioramento della situazione espositiva e fruitiva.

Quindi le “visioni, strategie e progetti” recentemente auspicate dall’attuale amministrazione comunale non dovrebbero andare verso cambiamenti di rotta ma dovrebbero semplicemente continuare nell’opera di tutela e di valorizzazione di tutti i materiali di competenza del museo stesso. Che sul territorio sono ancora molti ed importanti, testimonianze originali della storia del marmo e di Carrara.

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