Le precipitazioni degli ultimi giorni, che hanno colpito la Lunigiana dovrebbero essere in graduale indebolimento, anche se potranno insistere a ridosso dei rilievi e sull'Alta Lunigiana. Le piogge, annunciate dal Centro Funzionale della Regione Toscana, hanno lasciato il segno su un territorio già fragile dal punto di vista idrogeologico: nella prima mattinata si registravano elevate criticità nei comuni di Aulla, Licciana Nardi e Zeri. La strada statale 62 risultava aperta con movieri in località Bettola, al confine fra i comuni di Aulla e Santo Stefano Magra, per un movimento franoso che occupava parzialmente la sezione stradale provocando rallentamenti del traffico. La strada regionale 445 risultava chiusa in località Codiponte di Casola in Lunigiana, per un movimento franoso che occupava l'intera sezione stradale. La strada provinciale 13 risultava aperta a senso unico alternato in località Canova di Aulla, per un movimento franoso che occupava parzialmente la sede stradale. Nel comune di Zeri la strada provinciale 37 era chiusa al chilometro 5, prima di Codolo, per un movimento franoso, così come la strada provinciale 36 risultava aperta, a senso unico alternato, per un movimento franoso al chilometro 4, in direzione Arzelato. Inoltre nel comune di Licciana Nardi la strada statale 665 era chiusa in direzione Lagastrello, subito dopo Tavernelle, per un movimento franoso che occupava l'intera sezione stradale.
“Gli enti locali, aiutati dalle associazioni di Protezione Civile – ha commentato il sindaco di Tresana Matteo Mastrini - hanno profuso ogni sforzo per affrontare questa difficile situazione: contrastare gli squilibri territoriali ed i processi di spopolamento si può fare, ma solo con l'aiuto degli enti sovraordinati ai comuni che, da soli, non hanno gli strumenti necessari. In proposito rilevo la scarsissima assegnazione da parte della Regione Toscana di risorse per la SNAI(Strategia Nazionale Aree Interne): basti pensare che i fondi SIE (strutturali dell'Unione Europea per investimenti FESR e FSE, non a caso definiti di coesione) per la Toscana ammontavano (dati 2023) a circa 2,4 miliardi e che la massa di finanziamenti disponibile sugli strumenti attuativi regionali non arrivava a 100 milioni di euro per l'intero sistema delle Aree Interne, pari a circa il 4 per cento del totale. La destinazione di un livello così basso di risorse per le sei aree più svantaggiate della Regione, fra cui la Lunigiana, non fa altro che aumentare le nostre difficoltà. Queste sei aree coprono più del 50 per cento del territorio regionale e, in questa maniera, vengono lasciate quasi sole di fronte ai gravi fenomeni di dissesto idrogeologico, alla carenza dei servizi, ai disagi sociali ed economici. Le risorse che sporadicamente arrivano, sono del tutto insufficienti e somigliano più a cure palliative che a salvavita. La gravità di questi dati è dilatata dal fatto che, parte dei fondi SIE per la Toscana, a dicembre 2023, risultava non ancora impegnata. È quindi totalmente fondata l'opinione di sentirsi ai confini dell'impero, di sentirsi fragili e abbandonati da chi dovrebbe, e potrebbe, aiutarci in ottica di sussidiarietà e solidarietà: ciò nonostante gli enti locali, gli operatori turistici e il volontariato continuino ad assicurare, con tutte le loro forze, la tenuta sociale. Ma deve essere chiaro che parlare di crescita senza investimenti è aleatorio: noi vogliamo avere gli stessi diritti di cittadinanza di chi abita in luoghi più popolati e questo ci deve essere garantito”.