Una bomba ecologica da disinnescare, questa rimane per gli ambientalisti la discarica ex Cava Fornace, e per questo non sono disposti a concedere sconti a chi si accinge a gestire l’inchiesta pubblica di cui si terrà lunedì 6 novembre la prima seduta on line.
Già il fatto che la prima audizione si svolgerà in aula virtuale con modalità a distanza mediante collegamento da remoto - è scritto in una nota del Comitato dei cittadini contro la discarica - non soddisfa a nostro avviso i presupposti per costruire un confronto costruttivo, che non può essere surrogato dall’aver messo a disposizione locali dotati di tecnologie per il collegamento per chi non dispone di accessi on line” insoddisfazione quindi, ma anche determinazione per avere assicurazioni sul corretto svolgimento del procedimento, questa la posizione del Comitato dei cittadini contro la discarica che, insieme ad altri 15 soggetti tra comuni, comitati, associazioni oltre a semplici cittadini, ha promosso e ottenuto l’inchiesta. La presidente Cardillo ha respinto la richiesta di effettuare gli incontri in presenza per cui si procederà da remoto ed inoltre ha stabilito che nella prima audizione preliminare non siano previsti interventi: senz’altro non il miglior modo di garantire partecipazione e trasparenza.
Il Comitato segnala inoltre come il gestore non abbia ancora presentato i documenti ad integrazione del Paur richiesti a Settembre dalla Regione (chiarimenti sui valori di triclorometano e solfati, sulla rete di drenaggio delle acque meteoriche e del percolato e sul collettore fognario, sull’impermeabilizzazione dell’area) e chiede come possa il procedimento dell’inchiesta pubblica svolgersi prima che questa importante documentazione sia agli atti e possa essere oggetto di eventuali osservazioni.
In un momento difficile e di ulteriore preoccupazione per l’assetto idrogeologico dei territori toscani, costretti a subire sempre maggiori danni a causa dei cambiamenti climatici, la discarica viene vista come una potenziale bomba ecologica per il contenuto inquinante dei materiali stoccati.
La discarica, sita nei comune di Montignoso e Pietrasanta ed in prossimità di Forte dei Marmi e Querceta, insiste su un territorio particolarmente delicato, immediatamente a monte del Lago di Porta, area fragile e in sofferenza inserita a nel Sistema Regionale delle Aree Protette nonché riconosciuta di interesse naturalistico europeo (ZPS ) e in prossimità di fonti d’acqua e dei centri abitati di Renella e Montiscendi, è da tempo bloccata a quota +43 metri e, mentre da una parte le varie organizzazioni ambientaliste ne chiedono la chiusura e bonifica, dall’altra il gestore OPA spinge per il raggiungimento di quota 98.
Nel 2009 si è già tenuta un’inchiesta pubblica che definì Cava Fornace un sito inidoneo ad esser una discarica considerati i rischi idrogeologi di quella zona, ma essendo all’epoca le autorizzazioni già concesse non seguì alcun intervento amministrativo.
Marco Mangeruca