“Chi è amato non conosce morte, perché l’amore è immortalità, o meglio è sostanza divina”. Sosteneva la grande Emily Dickinson, alludendo al fatto incontestabile che ogni caro defunto sarebbe rimasto nel ricordo e nel cuore di chi lo avesse amato in vita. Ecco perché esistono i cimiteri, le ricorrenze in cui ognuno di noi si sente spinto a “far visita” alla tomba del proprio trapassato spesso portando fiori, piantine, angioletti o quant’altro possa farci star meglio nel loro ricordo.
Lo sanno i genitori che straziati vanno a salutare i figli prematuramente mancati, lo sanno i figli che rendono omaggio ai loro genitori e lo sanno tutti coloro che si recano all’interno di un qualsiasi cimitero con l’animo rispettoso e devoto al culto dei morti.
Ciò però parrebbe non appartenere a tutti, anzi.
Ieri sera scorrendo sulla pagina Facebook “Sei di Montignoso se...” mi sono imbattuta in un post accorato e dolente in cui una signora del luogo sia stava lamentando per il furto di un vasetto di marmo, distratto dalla tomba della cara mamma.
Continuando a seguire la conversazione e manifestando tutto il mio sincero disappunto ho letto molte altre testimonianze angosciate su fatti simili accaduti al piccolo cimitero paesano e non.
Sono stata anche - su mia sollecitazione - contattata privatamente in posta e mi è stato raccontato che ormai al cimitero di Montignoso sono anni che persone (non meglio identificate, se non una) entrano con il solo scopo di rubacchiare le cose più inimmaginabili: vasi di marmo, contenitori di rame, oggettistica di cristallo, vetro, rosari, piante, mazzi di fiori (freschi e finti) e addirittura angioletti e peluche messi su tombe di bambini.
Tutto ciò è francamente impossibile da tollerare: immaginatevi di portare un mazzo di fiori ad un vostro caro e di non ritrovarcelo più dopo poche ore (come è accaduto alla signora Stefania di Montignoso), giusto il tempo di prendere un caffè con una parente al bar; oppure come è accaduto al Signor Giuseppe di lasciare una pianta di crisantemi con tanto di composizione e dedica alla moglie e non rivederlo più il giorno successivo.
Questi sono i furti più odiosi in assoluto e miserabili nella loro bassezza perché vanno oltremodo a colpire e infierire su un dolore che non passa mai: quello di colore che continuano a piangere un’assenza sempiterna che magari qualche mazzo di fiori o pianta riescono un poco ad alleviare.
Rubare nei cimiteri è e resterà un atto vergognoso.