Un cambio di atteggiamento dovuto all’incertezza nella gestione della delega al marmo del sindaco di Carrara Serena Arrighi, lo hanno evidenziato i consiglieri dell’opposizione Massimiliano Bernardi e Simone Caffaz che così spiegano: “Giustificazioni imbarazzanti del sindaco Arrighi nel dietrofront sulla discussione in merito alla tracciabilità ed alla filiera corta. Dopo i toni da sceriffo usati durante la commissione marmo, con i quali ha minacciato di mandare i controlli quotidiani alle aziende, il sindaco, nella mattinata di mercoledì 17 aprile, ha ritrattato e ha chiesto di aprire al dialogo, forse perché i pettegolezzi, si voglia o no , che escono dalla sua maggioranza , danno traballante la delega al marmo che si è tenuta. La legge 35/2015 voluta, studiata ed approvata dal PD, le strampalate accuse sulla paternità di quella norma qualificano solo la sindaca che le ha fatte. Stamani il sindacalista Andrea Figaia ha ricordato tra l'altro che, le aziende del marmo, quando hanno firmato le convenzioni, hanno voluto allegare un atto di riserva che nelle prime due era stato aggiunto a penna prima della firma. Questo allegato porterà una marea di ricorsi contro ogni atto del Regolamento degli Agri Marmiferi, compreso il tanto sbandierato articolo 21, oltre che naturalmente la filiera corta, per cui chiediamo perché questo allegato non è stato mai pubblicato”. Riguardo al problema del tracciamento Bernardi e Caffaz hanno voluto precisare che: “Contrariamente a ciò che vorrebbe imporre la Arrighi, il sistema per tracciare un blocco dalla cava fino alla sua lavorazione prevede due passaggi distinti: quello dalla cava alla pesa ché è di competenza dell'amministrazione ed il secondo passaggio che spetta invece al singolo concessionario che, come recita la stessa legge regionale, sarà tenuto a dimostrare la lavorazione in loco del proprio prodotto. Ogni singola azienda, può infatti utilizzare il metodo di tracciabilità che riterrà essere più opportuno e che non può essere certo imposto dalla Arrighi attraverso i ricatti. Sulla filiera corta ribadiamo che l'Arrighi deve prendersi le sue responsabilità, perché è chiaro che se non cambierà idea, ci sarà la guerra per la sopravvivenza di quelle piccole aziende che chiuderanno e metteranno in mezzo alla strada i lavoratori e le loro famiglie. Per cui l'apertura al dialogo e al confronto con le associazioni è una mossa inaccettabile, dettata probabilmente da oltre Foce, una debacle che ha spinto il sindaco a dichiarazioni disperate, in cui rinnega le parole di astio pronunciate che, non hanno fatto altro che indispettire ancor di più gli industriali del marmo. Del resto, Arrighi non ha quasi mai parlato di marmo in consiglio comunale, nonostante sia stata più volte sollecitata, ha condotto le trattive sul rinnovo delle concessioni e sull'articolo 21 in modo segreto e per nulla trasparente, con risultati ad oggi a dir poco deludenti, ha caducato cave per inutili formalismi facendo perdere all'ente svariate centinaia di migliaia di euro e lasciando a casa decine di lavoratori”. Bernardi e Caffaz hanno concluso che la gestione del marmo da parte del sindaco Arrighi sia stata autoritaria e che l’attuale cambio di atteggiamento sia da ascriversi a dei ripensamenti sul comportamento tenuto.
Cambio di atteggiamento sul marmo da parte del sindaco di Carrara Serena Arrighi: l'analisi di Bernardi e Caffaz
Scritto da Redazione
Politica
17 Aprile 2024
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