“Di fronte all’immobile, da comprare con fondi regionali, opera una segheria con ritmi di lavoro che vanno dalle 7 alle 22. A questo si aggiunga un gigantesco tetto in amianto, di un capannone confinante, fratturato in più punti e senza certificazione dello stato di conservazione. Riteniamo che le persone svantaggiate meritino non solo una casa, ma anche una condizione ambientale migliore”.
Non usa mezzi giri di parole il Polo Progressista, formato da Movimento Cinque Stelle, Unione Popolare e Massa città in comune, per definire il possibile acquisto della giunta Persiani.
L’immobile, situato in via Galvani, dovrebbe far spazio alle nuove case popolari, ma per il PP l’idea di costruire qualcosa in un luogo con tale livello di inquinamento è inaccettabile, e va contro il benessere dei possibili nuovi inquilini.
Il Polo si chiede, anche forse con un po’ di malizia, come mai l’amministrazione abbia deciso di puntare su uno stabile così malmesso: spunta ancora fuori Serinper, un nome che ormai fa accapponare la pelle a tutta la giunta.
“Abbiamo appreso che l’immobile oggetto di compravendita fra il comune di Massa e Al.Ca Immobiliare, comprato a un’asta fallimentare presso il tribunale di Massa è lo stesso dove si trovava l’ex centro di accoglienza Serinper, oggetto di un'importante indagine della magistratura che coinvolge rappresentanti delle istituzioni e politici. Tale ditta risulta una delle società che più spesso, negli ultimi cinque anni, ha ottenuto lavori pubblici dal nostro comune. Quale persona ragionevole comprerebbe un immobile, con destinazione laboratorio artigianale, in una tale condizione ambientale e soprattutto a quale prezzo? Avevamo posto il tema di quello specifico immobile tre anni fa in consiglio comunale – continua il PP – dibattendo un’osservazione del Grig alla variante al piano acustico comunale. Allora Persiani, l’ex assessora Ravagli e tutta la maggioranza tirarono dritto bocciando tale osservazione. Oggi invece ha una fretta pazza di comprare un laboratorio artigianale per farne delle case popolari a spese dei contribuenti ci chiediamo come mai”.