Jannik Sinner è nella storia: ha vinto la 109° edizione degli Australian Open di tennis! In finale ha battuto in cinque combattutissimi set il russo Daniil Medvedev, classe 1996, già numero 1 al mondo nel 2022 e considerato uno dei tennisti più forti della sua generazione che ha conquistato 20 titoli ATP, tra cui gli US Open 2021, e che attualmente è al terzo posto del ranking mondiale. Un’impresa quella dell’altoatesino di san Candido che ha ancora più dell’incredibile dal momento che, per giungere a questo storico traguardo, si è sbarazzato in semifinale del fuoriclasse serbo Novak Djokovic, numero uno del ranking mondiale e dominatore incontrastato del torneo australiano che lo aveva visto vincitore per ben dieci edizioni. A livello maschile, prima di Sinner, l’impresa di vincere un torneo del Grande Slam era riuscita a Nicola Pietrangeli ed Adriano Panatta, rispettivamente nel 1959, 1960 e 1976, al torneo parigino del Roland Garros. Che Jannik avesse ormai tutte le carte in regola per poter aspirare alla conquista di uno Slam lo aveva dimostrato alla fine dello scorso anno con la conquista di una storica finale alle ATP Finals di Torino, conclusa con la vittoria del campione di Belgrado, ma soprattutto con la conquista della Coppa Davis lo scorso mese di novembre. In questa occasione Sinner si è messo al servizio della squadra italiana e lo ha fatto da vero leader, conquistando punti sia nel singolare che nel doppio, fino alla conquista della storica insalatiera d’argento che mancava all’Italia dal lontano 1976. Adesso l’apoteosi è completa. Questo successo nasce dal carattere e dalla mentalità di un ragazzo tanto giovane quanto maturo, caratteristiche fondamentali nel gioco del tennis. Quelle che fanno la differenza tra un giocatore normale e un campione e che si palesano in giornate come queste, quando il gioco viene appesantito da una pressione, alla fine normale, visto il riscontro mediatico ed un inizio di partita a dir poco complicato dal momento che si è trovato sotto sul punteggio di 2 set a 0 a favore del russo. Il primo Slam della carriera di Jannik Sinner rappresenta il completamento di quella che è stata definita “una rivoluzione paziente”. Passo dopo passo, momento dopo momento, delusione dopo delusione. Un processo di crescita costante quanto cosciente, profondamente ragionato in ogni passaggio chiave. Dopo la parte finale della scorsa stagione a Sinner mancava solo l’esame finale in uno Slam, e l’azzurro non si è accontentato solo di superarlo, ma ha fatto molto di più. Ha trionfato riuscendo anche nell’impresa di battere Novak Djokovic in semifinale sulla Rod Laver Arena. Qualcosa che non era mai riuscito a fare nessuno. Per dare un’idea della grandezza della cosa, Roger Federer, proprio lui, in quattro semifinali contro sua maestà Nole ha vinto appena un set. Il tennis è uno sport che si presta alle statistiche e cosi vale la pena di ricordare anche che con questa vittoria Sinner risulta il campione più giovane dell'Australian Open dal 2008, primo italiano a vincere un torneo del Grande Slam sul cemento, nonché il primo giocatore, fuori dai primi tre posti del ranking mondiale, a vincere il torneo dal 2014, anno in cui prevalse lo svizzero Stanislav Wawrinka. Infine, con 11 titoli ATP, supera Adriano Panatta e diventa il tennista italiano ad aver vinto il maggior numero di tornei nell'Era Open. È un giorno storico non solo per il tennis italiano, ma per tutto lo sport azzurro.
Fabrizio Perotti