Un'analisi dell'andamento della città alla luce del recente entusiasmo per la presenza della troupe di Sky che gira a Carrara una puntata di Quattro Ristorani: a farla è il consigliere provinciale Cesare Micheloni: "La presenza in città della troupe di SKY ha nuovamente evidenziato che una parte della comunità carrarese è pronta a manifestare il suo orgoglio identitario solo in occasioni sporadiche. In questo contesto, gli episodi che mettono in risalto i sentimenti di appartenenza, e la tanto decantata accoglienza, si verificano esclusivamente in occasione di manifestazioni legate all'intrattenimento o allo spettacolo, e non di certo durante l'ennesimo sbarco dei migranti clandestini al porto. Viceversa, in quelle situazioni dove la partecipazione attiva della gente sarebbe indispensabile, non si riscontra un'adeguata partecipazione popolare. Ad esempio di ciò, mi permetto di tirare in ballo la Pro Loco di Avenza che, in un tessuto sociale sempre più eterogeneo e privo di personalità, sopravvive solo grazie alla perseveranza di pochi volontari. Il resto degli avenzini non collabora alla realizzazione degli eventi e vi partecipa in maniera passiva (un capitolo a parte sono invece le associazioni di volontariato, dove la discreta adesione alle stesse è determinata da molteplici fattori). Anche in tema di salvaguardia delle tradizioni, del dialetto e della memoria collettiva, non si riscontra un appropriato interesse da parte degli attori sociali. Piccole isolate scintille che alimentano il mantenimento del folclore locale si possono avvistare tra le pagine di alcuni gruppi del più famoso social network, dove tra ricette di "vere" torte di riso, foto d'epoca, racconti di personaggi, fatti e vicende, ancora c'è qualcuno che ha voglia di preservare i ricordi del passato. Le pubblicazioni editoriali che trattano temi locali vengono spesso snobbate e il più delle volte dimenticate. A tal proposito, provate ad andare in una delle biblioteche comunali a chiedere libri che trattano tematiche locali e vedrete che vi risponderanno picche. Insomma una fetta di carraresi si appassiona (peraltro più sui social che dal vivo) quando Gabbani si improvvisa artista di strada, quando arriva il Borghese di turno, o durante la trepida attesa degli immancabili fuochi d'artificio, senza dubbio non per Convivere, Marble Weeks e quant'altro di culturale o pseudo tale. Del resto commemorazioni e celebrazioni, oramai risultano essere solo funzionali al mantenimento di un certo tipo di modello sociale che non trova più, in alcuni casi mi sento di dire purtroppo, riscontro nella società, o comunque lo trova solo in una parte di essa. Inoltre, neanche l'attuale Carrarese, squadra di vertice che lotta per la serie B, riesce più ad infiammare il popolo gialloazzurro. In questo caso vien da dire che a Carrara anche la famosa locuzione panem et circenses appare anacronistica. Infatti, l'agire di chi, con poco si guadagnava il favore delle masse, nella terra del marmo, non è più necessario. Anestetizzare la coscienza dei cittadini è operazione superflua laddove la consapevolezza è oramai pressoché assente. Infine, per quanto riguarda l'interesse che i cittadini nutrono per la politica, e soprattutto per i partiti locali, è meglio stendere un velo pietoso. Pertanto, chi usa i soliti slogan infarciti di buonismo e di retorica che definiscono Carrara una città accogliente e solidale, forse farebbe bene ad adoperarsi di più per renderla tale, innanzitutto per chi ci risiede, visto che oggi non lo è. So che parlare di certi temi fa sì che si venga classificati nella categoria dei disfattisti, tuttavia non posso esimermi dall'esprimere il mio pensiero. Un'analisi cruda e spietata, che qualcuno può ritenere essere eccessiva, ma che spero serva a far riflettere chi ha ancora voglia di mettersi in discussione e di migliorare il luogo dove tutti noi viviamo".