Il ritratto di George Dyer, ad opera del pittore Francis Bacon, è l’immagine evocativa scelta per rappresentare il tema della seconda edizione del “Curae Festival” che si terrà dal 16 al 20 aprile in dieci differenti luoghi del comune di Pontremoli. Ad introdurre la manifestazione è stato lo stesso ideatore, Paolo Billi, regista del Teatro del Pratello di Bologna, in una conferenza stampa tenutasi all’interno del carcere minorile femminile di Pontremoli, alla presenza della direttrice dell’Istituto Domenica Belrosso e del sindaco di Pontremoli Jacopo Ferri. Una programmazione fitta di letture, proiezioni cinematografiche, presentazione di libri e, naturalmente, rappresentazioni teatrali, in cui sono coinvolti, non solo i ragazzi ospiti nei quindici Istituti di pena coinvolti, compreso quello di Pontremoli, ma anche i cittadini ed i ragazzi e le ragazze dei paesi che di volta in volta ospiteranno questo evento. “L’altro” è il soggetto principale di tutte le produzioni che verranno presentate: si andrà dal rap, alla poesia, ai racconti ed alle favole, tutte scritte dai ragazzi detenuti; ognuna di queste sarà oggetto di discussione tra registi di teatro, magistrati, mediatori, studiosi di diverse università italiane. Questa iniziativa, che fa seguito a quella tenutasi l’anno scorso con a tema “Il perdono”, va ad incastonarsi in un più ampio progetto teatrale, sostenuto proprio dall’IPM pontremolese a tema “Il perdono”.
La metamorfosi, è questa una delle parole usate dal regista Billi per cercare di spiegare uno degli obiettivi della manifestazione, non solo quella dei ragazzi che vivono questa parte dolorosa della propria vita nel processo di trasformazione da ciò che erano a ciò che possono diventare, ma anche quella della società che, attraverso attività di spettacolo come queste, può svelare al pubblico le potenzialità di ognuno dei partecipanti accompagnandoli in un percorso di trasformazione fondamentale per la loro esistenza. Imparare ad accettare l’altro, sperimentando un percorso condiviso. Non è un caso se la partecipazione delle scuole superiori del luogo è stata talmente alta da mandare in sold out tutte le rappresentazioni in programma. La direttrice Belrosso, numeri alla mano, si è dichiarata preoccupata per l’aumento delle presenze dei minori negli istituti di pena, ma, allo stesso momento, ha espresso il suo vivo apprezzamento per come Pontremoli ha abbracciato questo progetto sostenendolo con tutta la sua popolazione. “Questo progetto è un investimento per il domani - ha detto - La scelta di Pontremoli è risultata giusta anche perché è un paese attrattivo e accogliente” dopodiché ha dovuto assentarsi perché, a dimostrazione di come le relazioni con le ospiti dell’Istituto oltrepassino quelle ufficiali, è andata a prendere una ragazza in affidamento speciale all’uscita dalla scuola che frequenta. “Proprio come qualsiasi mamma farebbe” ha aggiunto allontanandosi. Il primo cittadino ha concluso, evidenziando come attività del genere, rappresentino uno spiraglio di luce nella condizione minorile attuale e servano a compenetrare tutti gli aspetti della società. Il sindaco ha anche sottolineato come, iniziative culturali come queste non possono far altro che migliorare la qualità della vita di chi le ospita così come di chi le vive dietro le mura di un istituto di pena. Gli organizzatori hanno voluto ricordare anche come, uno spettacolo teatrale o un insieme di manifestazioni a carattere culturale, possano diventare una sfida per i ragazzi coinvolti, educandoli al rispetto delle regole che, comunque, bisogna seguire, per ottenere un obiettivo così alto e che li aiuterà a meglio integrarsi nel momento in cui dovranno, di nuovo, affrontare il mondo esterno in piena libertà.
