Ufficiale, Addio ferie retribuite: la legge è scattata ufficialmente | Non prendi un euro nemmeno sotto tortura

Addio ferie retribuite (pexels) - Lagazzettadimassaecarrara.it

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Una notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire è diventata realtà: le ferie retribuite sono state ufficialmente abolite.

Da oggi, i lavoratori non potranno più godere di giorni di riposo pagati, nemmeno in caso di malattia o infortuni.

Le conseguenze di questa decisione sono devastanti: milioni di italiani si trovano improvvisamente privati di un diritto essenziale, costretti a scegliere tra il lavoro e la salute, tra la necessità di riposo e la paura di perdere il salario.

Una situazione che rischia di gettare nel caos intere famiglie, già alle prese con le difficoltà economiche.

Ma come è stato possibile arrivare a questo punto? Quali sono le motivazioni dietro questa legge controversa? E quali saranno le conseguenze per il futuro del mondo del lavoro in Italia?

Niente più ferie retribuite

Fino ad oggi, le ferie rappresentavano un diritto irrinunciabile del lavoratore, tutelato dalla Costituzione. Questo principio si traduceva nell’impossibilità di sostituire le ferie non godute con una compensazione economica in busta paga. Tuttavia, esistevano delle eccezioni, delle circostanze eccezionali che consentivano, anzi obbligavano, il datore di lavoro a corrispondere un’indennità per le ferie maturate e non fruite dal dipendente. La nuova legge, pur mantenendo il principio dell’irrinunciabilità delle ferie, ha introdotto delle modifiche sostanziali alle eccezioni che consentono la monetizzazione delle ferie non godute. In particolare, il divieto di monetizzazione viene meno solo in due casi.

Cessazione del rapporto di lavoro: quando il rapporto di lavoro giunge al termine, per dimissioni, licenziamento, risoluzione consensuale o scadenza del contratto a tempo determinato, e il dipendente non ha più il tempo materiale per godere delle ferie arretrate, gli spetta una liquidazione per ferie non godute. Oppure per un periodo di ferie eccedente il minimo legale: oltre alle quattro settimane di ferie obbligatorie, un dipendente può avere a disposizione ulteriori giorni di ferie contrattuali, stabiliti dalla contrattazione collettiva o da accordi individuali. In questi casi, la legge ammette il pagamento delle ferie non godute, lasciando quindi al lavoratore la libertà di rinunciare al godimento delle ferie residue in cambio di una retribuzione in busta paga.

busta paga controllo
Controllare la busta paga (foto di George Milton da Pexels) – lagazzettadimassaecarrara.it

Come verranno calcolate

Il pagamento delle ferie non godute rappresenta un aspetto fondamentale nella gestione delle risorse umane, e la procedura per calcolare l’indennità sostitutiva è chiara e basata su criteri ben definiti. Poiché le ferie non godute sono equiparabili a un giorno lavorativo normale, il loro calcolo si basa sulla retribuzione giornaliera o oraria del dipendente. Per effettuare il calcolo dell’indennità sostitutiva delle ferie non godute, è sufficiente moltiplicare il numero di ferie residue per la retribuzione giornaliera o oraria, a seconda dei casi.

Ad esempio, un dipendente con una retribuzione lorda oraria di 12,00€, che si dimette con ancora 15 ore di ferie residue, avrà diritto a una liquidazione di 180,00€ lordi (12,00€ x 15). A questa somma, tuttavia, sarà necessario applicare il pagamento dei contributi INPS e la tassazione IRPEF, seguendo le normative fiscali vigenti.