Sai chi era il Barrocciaio? Forse solo i nonni toscani possono dirtelo: faceva un mestiere molto importante
È un mestiere ormai scomparso, ma molti nonni e bisnonni toscani lo hanno svolto per decenni a testa alta: ecco chi era il barrocciaio.
L’avvento delle digitalizzazione e, prima ancora, la crescente industrializzazione del mondo occidentale hanno portato alla scomparsa pressoché totale di alcuni mestieri antichi, ma che in passato hanno contribuito in modo sostanziale allo sviluppo di alcuni settori produttivi.
Oggi ci soffermeremo sulla figura del barrocciaio, un professionista che nello scorso secolo ha avuto un ruolo attivo nel comparto del marmo, specialmente in Toscana.
Il barrocciaio evoca infatti le immagini di un’Italia pittoresca e rurale, dove il tempo sembrava scorrere più lentamente e in cui la vita era scandita dai ritmi della natura e del lavoro manuale. Il termine deriva da “barroccio“, un carro a due ruote utilizzato per il trasporto di merci pesanti, uno dei mezzi più utili nella movimentazione di materie prime ben prima delle diffusione dei camion, e legato a una tradizione artigianale ormai destinata a scomparire.
Vediamo quindi chi era questo mestierante operoso e infaticabile, e qual è stato il suo ruolo nell’ascesa del marmo nell’Olimpo dei materiali d’eccellenza a livello mondiale.
Chi era il barrocciaio
Il barrocciaio nell’antichità era una figura familiare che si aggirava nelle strade polverose dei paesi, in particolar modo nelle zone di Massa e Carrara. Egli era riconoscibile da una livrea umile ma caratteristica: un cappello calato sulla testa per proteggersi dal sole battente, un fazzoletto rosso al collo e l’immancabile frusta per guidare i cavalli.
Conduceva un carretto trainato da destrieri robusti e affidabili, trasportando materiali di vario genere, come sabbia e ghiaia dei fiumi destinate ai cantieri edili, legname, carbone e persino i mobili durante i traslochi. In Toscana, però, il barrocciaio era quasi completamente asservito all’industria del marmo. Le cave di Carrara, famose in tutto il globo, producevano imponenti blocchi di marmo che dovevano essere trasportati sino ai laboratori di scultura e alle botteghe artigiane, e il barrocciaio fungeva da tramite lungo le strade tortuose delle Alpi Apuane. Le sue giornate erano perciò intervallate da frequenti soste nelle osterie, ove il barrocciaio si fermava per rifocillarsi con un bicchiere di vino e un pasto frugale. Spesso, dopo una lunga giornata di lavoro, e quando le sue energie erano ormai ridotte al lumicino, era il suo cavallo a riportarlo a casa, dato che conosceva a menadito la strada del ritorno.
L’importanza del barrocciaio nella cultura popolare
Sebbene ad oggi la figura del barrocciaio sia ormai desueta e anacronistica, questo professionista zelante e instancabile appartiene a pieno diritto alla cultura toscana, e il suo ricordo vive nelle storie tramandate di generazione in generazione.
In alcune feste paesane è ancora possibile assistere a rievocazioni storiche che celebrano questo antico mestiere, e che ne mantengono viva la memoria, specialmente nelle zone di Firenze, Garfagnana, Lucca, San Grimignano e Monteriggioni.